Vini fermentati in bottiglia : 13 “sui lieviti” da provare

13 vini fermentati in bottiglia da provare: etichette di vini frizzanti "sui lieviti" italiani (o "sur lie", "pet-nat", "col fondo") imprescindibili.

Vini fermentati in bottiglia : 13 “sui lieviti” da provare

Sui lieviti“, “sur lie”, “pet-nat”, “col fondo”: chiamateli come volete. Ciò che conta è fare chiarezza, nel marasma delle fondazze da vini naturali (in ascesa) e dei rifermentati prodotti di grandi aziende (parecchio accorte), per poi suggerirvi 13 vini fermentati in bottiglia da provare, per esercitarvi sul tema. 

Se è vero che i migliori vini frizzanti italiani vengono prodotti in quelle che sono considerate come le zone storiche della tipologia, aree che nel corso dei decenni l’hanno fatta propria (l’area del Prosecco ma anche l’Emilia e l’Oltrepò Pavese), è altrettanto vero che alcuni folgoranti “sur lie” provengono da regioni che non possono vantare particolare tradizione in tal senso, da cantine che si sono avvicinate alla produzione di vini frizzanti magari per gioco e per passione, magari per assecondare un mercato sempre più attento a produzioni di questo tipo.

Non un caso: oggi più che mai quelli che in Francia vengono chiamati “pet-nat” (da pétillant naturel, frizzante naturale) sono vini che richiamano non solo una certa idea di quotidianità grazie alla loro straordinaria vocazione gastronomica, spesso accompagnata da un basso grado alcolico, ma anche di genuinità, nonostante frizzante non sia necessariamente sinonimo di vino naturale.

Un malinteso piuttosto comune, che traduce automaticamente una pratica vista come artigianale e quindi come antitetica al modus operandi delle grandi cantine in un qualcosa che nasce in piccole cantine con piccoli numeri. Non è così: oggi più che mai sono moltissime le grandi aziende che, fiutato l’affare, hanno cominciato a produrre vini “col fondo“, vini fermentati in bottiglia e non nelle grandi autoclavi, quei grandi serbatoi che caratterizzano per esempio il Prosecco come lo conosciamo tutti.

Il fermento produttivo che ha investito il mondo dei vini frizzanti non conosce confini e non si tratta di fenomeno solo italiano, anzi. Non c’è regione al mondo in cui non sia possibile trovare vini a rifermentazione in bottiglia a partire dalle varietà più diverse, con esiti altrettanto variabili. A seguire alcuni dei più interessanti esempi italiani al di fuori delle regioni storiche, vini molto diversi tra loro, bianchi, rosati e rossi sempre appaganti, dinamici, divertenti e in molti casi sorprendentemente longevi.

Vini da non mancare.

Cascina Tavijn, Vino rosso frizzante “Ottavio Funk”

Piemonte

Cascina Tavijn, Vino rosso frizzante "Ottavio Funk"

Il Grignolino di Nadia Verrua in versione funky, come da titolo. Un’interpretazione quanto mai divertente, perfetta introduzione ai vini di Cascina Tavijn e a quel Monferrato che sa prendersi non troppo sul serio. Da bere con gli occhiali da sole.

La Biancara, Vino bianco frizzante “Garg´N´Go”

Veneto

Solo garganega, come nella migliore tradizione della casa, per il recente frizzante di casa Maule. Un sur lie particolarmente efficace, sempre fresco non senza quella profondità minerale che caratterizza un po’ tutti i vini di Angiolino e dei suoi figli. Da Gambellara con furore.

Tenuta L’Armonia, Vino bianco frizzante “Frizzi Pop”

Veneto

Tenuta L'Armonia, Vino bianco frizzante "Frizzi Pop"

Dal vicentino un altro grande classico, giovane alle anagrafe ma già affermato nel panorama dei frizzanti italiani. Pinot bianco e durella per un sorso sempre fresco, soffice, completo. Ed è subito ora di merenda.

Tessère, Vino rosato frizzante “Redentor”

Veneto

Se è vero che a livello nazionale la zona del Piave non è così conosciuta per la produzione di vini frizzanti è anche vero si tratta di area che può vantare una solida tradizione in tal senso, specie con il raboso, la più caratteristica delle varietà della zona. Ne risulta un “metodo familiare” di particolare presa, appagamento, slancio.

Monteversa, Veneto bianco frizzante “Primaversa”

Veneto

Moscato giallo da suoli di matrice vulcanica per un sur lie che trova nella coniugazione tra freschezza e aromaticità la sua chiave di lettura privilegiata. Un’esplosione di profumi perfetta per avvicinarsi ai vini di questa bella realtà dei Colli Euganei. Pranzo d’estate.

Zidarich, Venezia Giulia rosso frizzante “Zi-Da”

Friuli-Venezia Giulia

Che il terrano potesse divertire così tanto anche in versione sur lie è stata forse una sorpresa, certo è che quello recentemente prodotto da Beniamino Zidarich è vino straordinariamente versatile, specie a tavola. Scurissimo e profondo, non senza quella timbrica di acidità che caratterizza i vini rossi del Carso.

Mariotti, Fortana dell’Emilia frizzante “Surlié!”

Emilia-Romagna

Dalle sabbie che caratterizzano i vigneti del Bosco Eliceo un frizzante di grande presa, perfetto da abbinare non solo alla ricca cucina locale. Tutto merito di Mirco Mariotti e del suo inarrestabile entusiasmo. Il rock’n’roll incontra il liscio.

Orsi Vigneto San Vito, Pignoletto Frizzante Sui Lieviti

Emilia-Romagna

Orsi Vigneto San Vito, Pignoletto Frizzante Sui Lieviti

Bologna e un grande classico: quello di Federico Orsi si è ritagliato uno spazio speciale non solo nel panorama dei Pignoletto ma anche dei vini frizzanti regionali. Fresco e materico senza mai debordare, nel pieno rispetto del varietale. Affidabilità e controllo.

La Staffa, Marche bianco frizzante “Mai Sentito”

Marche

Nato un po’ per gioco il sur lie da verdicchio di Riccardo Baldi è cresciuto anche numericamente forse ogni aspettativa. Vino picnic per eccellenza, è oggi una costante sicurezza: semplice e appagante, delinea alla perfezione tutto ciò di buono che la tipologia porta con sé. Non solo in spiaggia.

Conestabile della Staffa, Umbria rosato frizzante “Il Brioso”

Umbria

Poche altre figure hanno contribuito alla diffusione dei vini frizzanti in Italia negli ultimi 10 anni come quella di Danilo Marcucci. Consulente di molte aziende, il suo approccio anche commerciale è sempre partito dalla produzione di vini sur lie, in Trentino come nel Lazio o in Abruzzo. Tutta questa esperienza e un indubbio talento lo hanno infine portato anche a recuperare le vigne di famiglia in un progetto di particolare interesse a partire dalle varietà storiche della zona, poco lontano da Perugia (frizzanti compresi, il rosato a base sangiovese).

Rabasco, Colline pescaresi rosato vivace

Abruzzo

Vedi sopra. Quelli di Iole Rabasco, prodotti in collaborazione con Danilo Marcucci, sono vini ricchi di personalità, incisivi per materia e aerei per allungo. Tra i frizzanti il rosato, a partire da uve di montepulciano, il mio personalissimo preferito, sui cui mi piace tornare anche a distanza di anni dalla vendemmia. Profondo.

Casebianche, Paestum rosato frizzante “Il Fric”

Campania

Casebianche, Paestum rosato frizzante “Il Fric”

La quasi ventennale esperienza di Pasquale Mitrano e di Elisabetta Luorio ha ormai nei vini frizzanti una solida tradizione. È nel cuore del Cilento che vinificano sur lie aglianico in versione rosata e fiano, in bianco. Vini di particolare spessore e personalità, impossibili da mancare nel delineare una mappa nazionale dedicata alla tipologia. La Campania che non ti aspetti.

Porta del Vento, Vino bianco frizzante “Voria”

Sicilia

Solo catarratto per un bianco capace di esplodere di sapore ad ogni assaggio, non senza quel tocco di eleganza che caratterizza una delle più belle realtà siciliane contemporanee. Energia e vigore.

[Immagine di copertina: Orsi – Vigneto San Vito]