Vino, le mode che verranno nel 2021: Usa VS Italia

Il "vino" del 2021, dagli Stati Uniti alle nuove tendenze nostrane: cosa dice Bloomberg sui nuovi trend e come li traduciamo in Italia tra Prosecco Rosé, e-commerce e fermentazioni alternative.

Vino, le mode che verranno nel 2021: Usa VS Italia

Quali saranno i “wine trend”, le mode in fatto di vino, nell’anno che sta per arrivare e che tutti aspettiamo? Vi avevamo già parlato dei food trend previsti per il 2021, e delle nostre perplessità in merito. Di quello che il mercato annuncia e di quello che avremmo voluto invece che annunciasse. Per dire: il caffè spalmabile, annunciato da TuttoFood come novità per l’anno nuovo, versus il caffè specialty, che vorremmo diventasse una moda universale.

Ma noi di mode non ce ne intendiamo, e la verità è che tutto sommato ci piace fare la voce fuori dal coro (se no, diciamocelo, di cosa scriveremmo?). Motivo di più se paragoniamo quelle che sono le previsioni sui trend a venire nel mondo enogastronomico nel mondo con quello che realisticamente ci aspetta nel prossimo futuro in Italia, scoprendo che – per fortuna o purtroppo – il nostro è un Paese che viaggia sempre a una velocità diversa dagli altri, anche per quanto riguarda il cibo e il vino.

L’occasione per ribadirlo ce la dà Bloomberg, colosso editoriale americano, che lancia i trend del vino del 2021. Trend che ci lasciano un tantino perplessi, e che di certo – ci scommettiamo tutte le nostre migliori aspettative sul 2021 – non corrispondono a quello che accadrà in Italia.

Non ci credete? Giudicate voi stessi, e diteci se non vi sentite più sicuri su quello che (non) succederà in Italia nell’anno che sta per cominciare.

Il Prosecco rosa

Prosecco Rosé; Mionetto

Lo chiama proprio così, Bloomberg: “Pink Prosecco”. Ussignùr. Il Prosecco rosé (almeno cerchiamo di non farlo diventare il vino frizzante degli unicorni) è diventato una realtà nella primavera di quest’anno, seppur tra mille polemiche, parzialmente placate dal fatto che gli Italiani in quel momento avevano ben altro per la testa. D’altronde, cari puristi, pecunia non oltet, e il mercato straniero (in cui il Prosecco la fa da padrone, rappresentando il 40% dello spumante italiano all’estero) adora i vini colorati. Basta pensare al successo dell’Aperol Spritz, eletto nientemeno che dal New York Times la bevanda dell’estate già nel 2018. E infatti il successo dell’operazione “Prosecco Rosè” non si è fatta attendere: già pochi mesi dopo il suo annuncio c’è stato un boom di richieste (per dire, 100mila bottiglie a 2,40 euro l’una dalla Svezia), nonostante il vino non fosse neanche ancora in produzione. Quel che ci auguriamo, nel nostro 2021, è che il mercato dei vini pink non prenda piede anche in Italia. Money is money, e lo capiamo, ma le bolle sono una cosa seria.

Il vino online

ecommerce_vino_tannico

“Le vendite online stanno esplodendo con una crescita a tre cifre”, dice Bloomberg. Colpa – o merito – dei periodi di lockdown, che hanno costretto anche i consumatori più scettici a convertirsi al magico mondo degli acquisti sul web. Quindi sì, in questo caso confermiamo la previsione americana: anche in Italia le vendite online di vini aumenteranno ancora. Se servisse una conferma, basti pensare all’acquisizione quest’estate del 49% di Tannico, leader italiano nel commercio di vino online da parte di Campari, per un corrispettivo di 23,4 milioni di euro.

I vini portoghesi

Lambrusco Cina

Bloomberg elegge il Portogallo come “Paese del vino 2021”. D’altronde, le vendite dei vini portoghesi sono aumentate negli Stati Uniti del 35,1% solo a settembre. Nonostante non puntino sui vini rosa. Il motivo – sempre stando alle dichiarazioni di Bloomberg – è l’imbattibile rapporto qualità-prezzo. Ecco: noi siamo convinti che non sia questa la competizione che i vini italiani dovrebbero correre, con tutto il rispetto per il Prosecco Rosè e il Lambrusco che si fa spazio in Cina.

I Wine Seltzer USA e le “nuove” fermentazioni alternative in Italia

Live Barrels

Se il mercato degli hard seltzer (bevande a base di acqua gassata, leggermente alcoliche e fruttate) è andato forte negli Stati Uniti negli ultimi anni, in Europa è appena arrivato. A ottobre Coca Cola ha annunciato il lancio del suo hard seltzer “Topo Chico” nel Vecchio Continente.

Ma Oltreoceano – pare – la moda è già passata, e già si annuncia un nuovo trend: quello dei wine seltzer, bevande a base di vino bianco, acqua di seltz e aromi naturali, con una bassissima gradazione alcolica. Almeno in questo, ci sentiamo di dire che siamo fortunati a essere rimasti più di un passo indietro ai cugini americani.

Noi figuriamoci, in fatto di fermentazioni alternative stiamo scoprendo ora la kombucha, che fino ad ora potreste aver visto, probabilmente, tra gli scaffali di qualche enoteca bene sotto il marchio di Fervere. Tra le aziende nuove di zecca si fa notare Livebarrels, che proprio sulla “fermentazione creativa” basa il proprio business; specializzata proprio in kombucha, sidri e idromele, produrrà presto anche hard seltzer, che al momento abbiamo provato, in Italia, solo dalle latte del birrificio artigianale Mister B.

Le degustazioni virtuali

Che – dice Bloomberg – “saranno i nuovi benefit aziendali”. E a noi viene da sorridere, considerato che sono l’unica arma rimasta dagli uffici stampa per coinvolgere i giornalisti nella conoscenza dei loro brand. Una tendenza che tutto sommato, scherzi a parte, in alcuni casi non ci dispiace: si degusta il vino a casa, seguendo il racconto dei produttori o dei consorzi, spendendo giusto il tempo di un bicchiere e magari senza neanche bisogno di togliersi di dosso il pigiama. Un po’ come le riunioni su Zoom, in America le degustazioni guidate pare siano diventate un trend di grande successo, destinato a rimanere anche nel dopo-Covid: le aziende ormai le utilizzano come occasioni di team building dei dipendenti, inviando a casa loro un set di bottiglie da assaggiare in maniera conviviale. In effetti, in parte scommettiamo che in alcuni casi le degustazioni virtuali terranno anche in Italia, anche se siamo certi che appena sarà possibile il mondo – anche in questo versante – tornerà a essere quello di prima nel giro di un “cin”.

La sostenibilità

La sostenibilità – secondo Bloomberg – nel 2021 sarà un trend ancora in crescità: non solo vini biologici, ma un’espansione del significato del termine. Responsabilità economica e sociale, per esempio, che includa la promozione della diversità razziale e di genere e la cura dei lavoratori. Cosa su cui non potremmo essere più d’accordo, vista la terribile spina nel fianco che la manodopera agricola nei campi ancora rappresenta, anche nel mondo del vino.

L’enoturismo in streaming

Non sembra tanto diversa dalla tendenza delle degustazioni virtuali ma tant’è, Bloomberg ci tiene a ribadire che l’enoturismo, nel 2021, sarà soppiantato dalle esperienze in diretta streaming. E noi ribadiamo: vero, ma finché non sarà possibile tornare a viaggiare e rimettere i piedi nelle vigne e nelle cantine.

Il robot sommelier

Bloomberg ne è convinto: con la chiusura dei ristoranti, la comunità dei sommelier ha avuto un brutto anno, e questo ha aperto la strada alla robotica. La prova? Due ristoranti londinesi che, in collaborazione con Veuve Clicquot e Dom Perignon, hanno lanciato Bailey e Sage, robot che servono bollicine ai clienti. Che poi, finché si tratta di bollicine pink, possiamo anche non aver molto da ridire, ma altrimenti nel 2021 prentenderemmo di interagire con un sommelier in carne e ossa, grazie.