Il Buonappetito: siamo cuochi o calciatori?

Antonino Cannavacciuolo è stato duramente attaccato per la vicenda nei Nas, e per le dichiarazioni che ha rilasciato. Oggi lo chef è troppo esposto e popolare, non gli si perdona niente. Avviene lo stesso con i calciatori? No, a loro tutto si perdona

Il Buonappetito: siamo cuochi o calciatori?

Cari amici, rieccoci. Il Buonappetito torna subito dopo un doveroso “buon anno”: spero abbiate festeggiato a dovere senza cedere ai cotechini precotti. E che siate ingrassati di quei due chili senza i quali le feste non sono feste.

Ciò detto, prima di guardare al 2018 vorrei –con la placidità consentita da due settimane di decantazione– aggiungere una postilla alla vicenda Cannavacciuolo-NAS.

Ha già detto quasi tutto Anna Silveri qui su Dissapore il 23 dicembre, ma permettetemi un’ulteriore, minuscola considerazione.

[Sparare su Cannavacciuolo stangato dai Nas vi ha fatto sentire meglio?]

L’ormai celebre tweet di Maurizio Crosetti –stimatissimo giornalista sportivo (e amico dello scrivente)– pare aver dato voce a un sentire piuttosto diffuso:

“Chef stellati, presenzialisti, osannati, mediatici, logorroici e marchettari. Avete rotto i coglioni. Più Nas per tutti.”

Io, educatamente, dissento. E’ vero: la cucina e i cuochi sono entrati nel mondo dell’entertainment.

E’ capitato nei secoli a numerose altre categorie. C’è lo sport praticato nei cortili e quello delle finali di Champions, ci sono gli scrittori che stanno chiusi nei loro studioli e quelli che vanno da Gruber tutte le sere.

Se uno mi chiedesse chi siano i più “Presenzialisti, osannati, mediatici, logorroici e marchettari” risponderei: i calciatori.

Eppure agli sportivi tutto si perdona: gli stipendi milionari (dieci, cento volte un cuoco), i paradisi fiscali, le intemperanze, i sospetti che spesso si rivelano fondati (vedi alla voce: doping).

Il calcio più bello è quello dei ragazzini in un cortile, eppure nessuno osa dire che lo sport dovrebbe lasciare la tv per tornare SOLO nei campetti.

Nessuno scrive “Calciatori: avete rotto i coglioni”.

[Il Buonappetito su Dissapore]

Io, peraltro, non lo penso. Penso che il calcio vada bene nei campetti come in mondovisione, all’oratorio come negli show miliardari. E non mi stupisce che i tifosi amino anche chi abbia patteggiato elusioni milionarie: gli eroi sono eroi agli occhi dei fan (e anche dei giornali).

In Italia, i calciatori sono divi da più di un secolo. I cuochi fino all’altroieri erano rintanati come fuochisti. Lasciamoli divertire, perbacco.

Lasciateci divertire.