L’orsa uccisa e la furia animalista dei giovani chef italiani

L'incredibile furia animalista dei giovani chef italiani che commentano l’orsa abbattuta in Trentino, in particolare lo chef Floriano Pellegrino del Bros di Lecce

L’orsa uccisa e la furia animalista dei giovani chef italiani

E ora, la deriva vegana ha contagiato anche chi in realtà le bieche proteine animali le ha sempre maneggiate con naturalezza, sotto forma di arrosti e succosi spezzatini, vale a dire i cuochi.

Non solo. Con l’energia e la passione che li contraddistingue, i professionisti della pignatta sono andati oltre la semplice fede vegana, per arrivare a una forma estrema di tutela della fauna terrestre che prevede l’estinzione, possibilmente per morte violenta, di un’unica specie animale: quella umana.

Questo pensa lo scrittore Camillo Langone, che oggi su Il Foglio riferisce i commenti seguiti all’uccisione dell’orsa che da tempo stava spaventando i residenti della provincia di Trento, impauriti che da polli e galline il plantigrado affamato decidesse di passare a più consistenti pasti umani.

Una preoccupazione giudicata meritevole di tutela da parte di un amministratore locale, Ugo Rossi, che del plantigrado ha ordinato la soppressione.

Ed è qui che i cuochi, compatti come un sol uomo –riporta Langone– hanno pensato di esternare tutto il dispregio verso il genere umano, che rappresenta, tra le altre cose, la maggior parte della loro clientela.

“Ugo Rossi vergogna d’Italia” scrive infatti Floriano Pellegrino, che di mestiere fa lo chef presso il ristorante Bros, di Lecce. E stiamo parlando del “migliore dei nostri giovani cuochi”, precisa Langone (senz’altro uno dei migliori, n.d.r.).

Ma non è certo il solo a pensarla così: a lui fanno eco uno stuolo di altri chef che, scrive Langone, sotto un precedente post di Pellegrino –stesso argomento e commento ancora più eccitato: “Più animali meno umani!!– vede “i mipiace di tantissimi altri cuochi, giovani e non giovani, pugliesi e non pugliesi, qualcuno forse anche non tatuato, qualcuno forse anche capace di fare cucina raffinata senza zenzero. Eppure tutti compattamente antropofobi”.

Dimenticando, nell’enfasi della lotta animalista, condivisibile anche se con toni meno accesi, che sono proprio quegli umani lì a saldare i conti delle loro ricercate e costose pietanze. Almeno fino a quando a metter mano al portafoglio, in pelle umana, ovviamente, non saranno orsi e cinghiali selvatici.

[Crediti | Link: Il Foglio]