Tutti dicono che Carnevale è la festa dei bambini, costumi, coriandoli, stelle filanti, uova e farina. Ma il fine settimana lungo, è l’occasione attesa anche da noi adulti per fare man bassa di dolci, per giunta fritti, dimenticando per qualche ora colesterolo e cellulite. Quando mi è stato chiesto questo post (il mio numero zero!) ho cominciato a cercare ricette di Carnevale che non fossero dolci. Manco a parlarne. Sembra che solo qui in Campania esista una tradizione anche per il salato e mica una tradizione così, tanto per. Pensate alle lasagne con il ragù e la ricotta o alle polpettine fritte mozzarella e parmigiano, uno dei piatti più lussuriosi della cucina partenopea.
Aperta e chiusa parentesi salata, che mi ha messo una certa fame, ritorno ai dolci. Divertenti e colorati sono golosi proprio perché fritti. Non è facile collocare nel tempo l’origine delle ricette, capita che dolci di provenienza e fattura diversa abbiano lo stesso nome, o al contrario, che ricette identiche vengano chiamate con nomi diversi a seconda della provenienza.
Per esempio, la cicerchiata (palline di pasta fritte e passate nel miele) si fa in buona parte del centro Italia. Non è dato sapre se le castagnole, bombette ripiene di crema, siano tipiche del Lazio, della Romagna o della Campania. Stessa cosa per i i ravioli dolci di ricotta. Ma il dolce più diffuso in tutta la penisola sono le chiacchiere, che in ogni regione assumono un nome diverso. Bugie, cenci, cioffe e frappe, chiamatele come volete, ma sempre quelle sono. Però i particolari fanno la differenza, per questo ci sono quelle buone e quelle meno buone. A casa mia (Napoli) si chiamano chiacchiere e sono un attentato vero, se ne mangi una sei finito, tu e pure loro.
Se non ci credete, provate a farle, vi scrivo la ricetta rivisitata e corretta più volte negli anni. Ritengo sia la migliore per leggerezza e friabilità.
Ingredienti: 500 gr di farina 00 – 1 uovo intero e 2 tuorli – 30 gr di zucchero – 30 gr di burro – 1 bicchiere di vino bianco secco – zucchero al velo – 1 pizzico di sale – olio di semi di arachidi q.b.

Disponi la farina a fontana, mettendo al centro le uova, il burro morbido e il sale. Comincia a impastare aiutandoti con il vino poco alla volta. Può succedere che il vino sia troppo o troppo poco, dipende dalla grandezza delle uova. L’impasto deve risultare liscio e non eccessivamente morbido.

Lascialo riposare per trenta minuti, poi stendilo con la macchinetta per la pasta (ma magari sei una sfoglina provetta perciò vai a prendere il mattarello). Stendi delle strisce di impasto della lunghezza e larghezza che vuoi ma cerca di tirarle molto sottili, il bello delle chiacchiere è che non devono essere troppo precise, più sono storte e più sono divertenti.

A questo punto ricavi dei rettangoli con un tagliapasta e li strizzi al centro. Friggili in parecchio olio bollente per pochi secondi e, una volta freddi, cospargili di zucchero a velo.
Il risultato è assicurato, peggio per voi.
[Immagini: Maurizio Cortese]