Lettera (aperta) a Babbo Natale

Caro Babbo Natale, anche se forse non esisti, a me piace chiedere le cose a prescindere quindi ti scrivo, nella speranza che qualcuno prima o poi ti inventi. Quest’anno vorrei:
— Che la Antonella Clerici si iscrivesse all’aberghiero
— Che i foodblogger imparassero finalmente a cucinare
— Che il tartufo di Alba costasse 5 euro al chilo
— Che il tumore fosse in realtà un grosso tartufo e che costasse tantissimo, così da poterlo vendere a chi davvero lo vuole.
— Che il mio cane cag***e caviale di storione
— Che i condomini, soprattutto il vecchio incazzoso del piano di sopra suonasse il mio campanello la sera della vigilia, e a capo chino, indicando le sue scarpe ormai consumate e i piedi sanguinanti mi dicesse: BUON NATALE, sono appena tornato da Toulouse questo foie gras é per te. Ora vado a casa e giuro di non rompere più i co***oni.
— Che i miei follicoli riprendessero in pieno l’attività
— Che i mandarini che crescono sulla Tiburtina in mezzo allo smog facessero bene alla salute
— Che lo smog facesse bene.
— Vorrei aprire il mio ca**o di laboratorio
— Vorrei vorrei che nei ristoranti “seri” il cestino del pane oltre a farti esclamare “ooooooh” come davanti ai passi di tuo figlio fosse anche buono da mangiare. Me li sbatto 85 tipi di paninetti e 28 di grissini se poi sono gnucchi come un buondì lasciato all’aria aperta per tre giorni.
— Vorrei che la Nutella costasse tantissimo e che la nocciola + 55 di Guido Castagna crescesse direttamente nella mia dispensa.
— Vorrei fossero davvero utili oggetti come: il taglia uovo, il taglia mele, il riga limoni, o LA MEZZA LUNA, ca**o anche questi oggetti hanno una dignità
— Vorrei fosse normale parlare di cibo in un certo modo.
— Vorrei non sentire più nessuna bocca di mer*a dire, io sono allergico all’aglio, io sono allergico alla cipolla, io sono allergico al prezzemolo… e dite una volta per tutte che non volete roba in mezzo ai denti o che non volete che vi puzzi l’alito, e smettete di infangare la categoria dei veri allergici, grazie.
— E vorrei che ora mentre sto scrivendo, tutte le persone che sono vicino a me, in questo bar, smettessero di guardare e di dire che Benedetta Parodi é una bravissima cuoca.
— E vorrei che negli 86.000 euro di pranzi e cene fatte da Augusto Minzolini, gli fossero capitati incontri con nell’ordine: la nazionale italiana di Anisakis, 2/3 salmonelle, 7 dissenterie e tanta tanta tanta acidità di stomaco, come quella che fa venire a me, quando dimentico di non guardarlo.
Babbo Natale, forse non esisti, ma nel caso, so che la penseresti esattamente come me.
Per sempre con te,

Il bambino Marco (Baccanelli).