Cucinare le melanzane light è possibile (e con questi trucchi sono pure buone)

5 metodi per cucinare le melanzane light salvando gusto e linea: idee, tecniche e trucchi per cuocere l'ortaggio-spugna con pochi grassi, facendolo diventare addirittura buono.

Cucinare le melanzane light è possibile (e con questi trucchi sono pure buone)

La melanzana è una spugna. In cottura, assorbe tutto e si impregna. Di condimenti. Leggi: olio. Così, ti ritrovi con una spugna inzuppata d’olio. È il suo buono, certo, ma anche la sua dannazione. Così mentre ingurgitiamo quell’ortaggio fritto proviamo a sognare: una melanzana light (e possibilmente buona) sarà possibile?

Se andiamo a guardare i valori nutrizionali, scopriamo che la melanzana potrebbe essere la regina della cucina a basso contenuto calorico. Perché è composta per oltre il 93% d’acqua (quella che ci affanniamo a farle “cacciare” con il riposo sotto sale) e ha appena 23 calorie per 100 grammi (fonte: Crea).

Il guaio è che (come già raccontato nei 5 errori a lei dedicati) cruda non si può mangiare, per via dell’alto contenuto di solanina, sostanza tossica che si disperde in cottura, e perché non è per nulla buona. Così, si finisce sempre per rosolarla o proprio friggerla.

Ora, io non sono qui per demonizzare la frittura. Però mi permetto di suggerirti i giusti metodi per cucinare le melanzane light salvando i proverbiali capra e cavoli, ovvero, il gusto e la linea.

Cuocila senza condimento

melanzane, sale

Sembra un po’ una punizione: sia per lei, la melanzana, che per noi buongustai. Nessuna paura, però: il trucco sta nel condirla dopo, quando l’olio si potrà dosare con saggezza (e ne basterà giusto un filo).

Ecco allora che la nostra, intera come mamma melanzana l’ha fatta, può essere infornata o messa sul barbecue, libera e bella se a buccia spessa, altrimenti avvolta in alluminio. A calore forte, si raggrinzisce piano piano fuori, mentre dentro inizia a fondere.

Quando, punta con uno stecchino, appare tenera, spaccala a metà e servila ancora calda, ora sì con un giro d’olio, sale, pepe e un bel trito di erbe aromatiche.

Oppure, lasciala raffreddare, scava la polpa, strizzala bene (ricordi? è fatta al 93% d’acqua) e infine tritala o frullala. Ecco pronta una base perfetta per salse di ispirazione levantina in cui limitare l’olio ma abbondare con ogni genere di spezie: peperoncino, curcuma, coriandolo, semi di finocchio e fantasia andranno benissimo.

Usa la vaporiera

Melanzane-a-barchetta

Sbuccia la melanzana, mettila nel cestello e cuocila a vapore. Pare triste? Prova a irrorarla, ancora calda, con succo di limone e la solita lacrima d’olio, profumala con menta spezzettata e una macinata generosa di pepe nero. Sarà buona, prometto!

A vapore, puoi cuocerla anche intera, pelarla alla fine, strizzarla e sfilacciarla: così, diventa ottima da mescolare a un’insalata di pomodori o a peperoni abbrustoliti, entrambi ortaggi che emettono molto succo, di cui la melanzana si imberrà volentieri.

Condiscila prima

ratatouille tegame melanzane

Pensa a cosa fai quando ti accingi a preparare, che so, un bel piatto di melanzane saltate. Prendi la padella, versi una generosa dose di olio, ci butti le melanzane, le giri distrattamente, vedi che alcune sono rimaste asciutte, aggiungi ancora un giro d’olio… Bomba calorica in arrivo!

In questo caso, basta cambiare prospettiva e condire con parsimonia i tuoi dadini prima ancora di versarli nel tegame: sceglilo antiaderente e di buona qualità, tieni la fiamma piuttosto vivace, rimescola non troppo spesso e assisti alla magia di una rosolatura perfetta e di un colore dorato ottenuto con pochissimo grasso.

Meglio ancora se usi il pennello per ungere con mano leggera spicchi, rondelle e fette lunghe da grigliare, cuocere in forno o spadellare. Sì, anche per una parmigiana o una Norma “sostenibili” – non dal punto di vista dell’ambiente, ma da quello della pancetta!

Unico accorgimento: sala solo alla fine, per evitare che le melanzane inizino a “sudare” perdendo l’effetto rosolatura.

Vai di microonde

Melanzane a barchetta

Negli anni Ottanta, quando questo elettrodomestico iniziò a essere introdotto nelle nostre cucina, i claim pubblicitari puntavano, naturalmente, sulla velocità delle cottura ma anche sulla possibilità di limitare i condimenti.

Ecco allora che combinare il microonde con il trucco di ungere in anticipo può dare risultati rapidi e soddisfacenti. A recipiente chiuso, sarà sufficiente l’umidità presente nell’ortaggio – e 7-8 minuti di cottura – per intenerire al punto giusto la polpa.

Pensa: grazie alla sua acqua, potresti persino evitare del tutto l’olio e comportarti, poi, come ti ho indicato per le melanzane cotte intere o a vapore.

E se provassi una marinata?

coltello-limone

Anche qui, stiamo parlando di trattamenti preventivi. Oltretutto, sfruttando il naturale potere assorbente della melanzana. Quindi, tagliala come più ti piace e tuffa fette o tocchetti in una marinata preparata con un nonnulla di olio ma tanti altri ingredienti liquidi: puoi usare succhi di agrumi (limone, lime, arancia), salsa di soia, aceti aromatici o balsamici. Non mettere sale e utilizza le erbe e le spezie che preferisci. Fai riposare una ventina di minuti, sgocciola, strizza leggermente e cuoci in padella, in forno, a microonde o a vapore.

La marinata, filtrata e ridotta, può diventare salsa leggera per rifinire il piatto, da salare appena prima di servire.

In questo modo, avrai rimescolato le carte in tavola, dando da bere alla melanzana tanto sapore, ma solo poche calorie. E potrai godertela con buona pace di quella maledetta prova costume.