15 rimedi, alcuni gratuitamente bizzarri, per farsi passare una sbronza

15 rimedi, alcuni gratuitamente bizzarri, per farsi passare una sbronza

In un’impennata diversamente pedagogica avevano appena scoperto la soluzione alla sbronza epocale, ovvero la Sprite. A supportarci la scienza cinese. A cui da sempre si contrappongono le nonne di tutto il mondo con i loro rimedi “culturali”. E una serie di altri rimedi tra mito e leggenda.

Ovviamente ce ne sono anche per l’emicrania da abuso alcolico e non potevamo esimerci dall’elencarli, fosse mai che qualcuno di voi si svegli meglio dopo il prossimo week-end lungo. Per i seriosi e i deboli di stomaco il consiglio è non proseguire la lettura.

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1. Dalla parte della scienza. Gli amminoacidi sono un’ottima panacea. No, non pensate al bibitone che si prendono i culturisti nel puzzo della palestra. Possiamo procedere anche con un bel panino con il prosciutto. Anche se temo sia più un rimedio per i golosi…

2. Modalità brunch. Rimedio vecchio più di cent’anni sono le famose uova alla Benedict. Il signor Samuel Benedict, nel lontano 1894, dopo una notte di bagordi con amici richiese espressamente al Waldorf Astoria hotel un piatto da lui inventato: una sorta di Muffin all’inglese, bacon o prosciutto, uova in camicia e abbondante salsa Olandese. Un toccasana.

3. Per chi ha fegato. In caso di post-sbronza davvero epico (incapacità di connettere e di pronunciare il proprio nome o di ricordare il codice del bancomat) possiamo affidarci a un metodo usato dagli spazzacamino nel XIX secolo: latte e fuliggine. Okay, forse mi tengo l’hangover, non so voi.

4. Rimedio naturale. I cinesi sono avanti. E hanno sempre fatto a meno di complicazioni e macchinose soluzioni. Il tè verde è la risposta. Così semplice da sembrare impossibile.

5. Mattanza intestinale. I rumeni, i messicani e i turchi consigliano trippa bollita in brodo, con abbondanti dosi di aglio e panna. Probabilmente rendendo la digestione un evento irrealizzabile si finisce per smettere di pensare al problema originario.

6. Hollywood style. Procedere con un intruglio di succo di pomodoro, salsa Worcestershire e uovo crudo è la soluzione americana. Si chiama Prairie Oyster e molti film ne danno larga dimostrazione.

7. Minimalismo giapponese. Una bella dose di prugne sottaceto. Chi non le tiene in casa?

8. Rimedio crucco. In continuità con la mattanza intestinale (di cui sopra) i tedeschi preferiscono le arighe marinate con cipolla cruda. Provatelo voi va…

9. Dall’Asia con furore. Anche in Mongolia ci vanno giù pesante: occhi di pecora marinati in succo di pomodoro. Potrebbe piacere a Chef Rubio.

10. Erbe e sudore. In Russia vanno dritti a farsi una sauna, portandosi dietro dei rami di betulla. Che cosa ne facciano non ci è concesso saperlo, ma dicono funzioni.

11. Nuovomondo. I neozelandesi se la cavano con torta di formaggio e cioccolato al latte. Davvero arduo coglierne il valore scientifico.

12. Pragmatismo coreano. La sbronza collettiva (e anche familiare) è un classico della cultura coreana, tanto che hanno brevettato il più sano dei rimedi: una “zuppa per lo stomaco”, che viene venduta in bancarelle sparse per tutte le strade, proprio durante le dure mattine del fine settimana. Gli ingredienti? Carne di maiale o colonna vertebrale di mucca, coagulato di sangue di bue, cavoli e verdure. Lo street food che tutti sogniamo.

13. Nati per essere cowboy. Nell’old-west si spingevano davvero oltre: un tè fatto da escrementi di coniglio. Ci auguriamo sia una tradizione decaduta.

14. Tori siculi. A dar prova che tante di quelle appena scritte sono frutto di grosse dosi di immaginazione, si dice che i siciliani amino mangiare il pene di toro essiccato per combattere la sbornia. Qualcuno conferma?

15. Canarini romani. Pensavate a una sana dose di acqua calda e scorza di limone? Figurarsi! Gli antichi romani preferivano mangiarsi un paio di canarini fritti. E addio emicrania.

Dopo questa panoramica ho una certezza in più; proseguirò con il mio personale rimedio, ovvero “bevi un bel bicchiere di Coca-Cola e mangia un bel piatto di pasta alla carbonara. Poi muori di nuovo sul divano e aspetta che passi”.

Forse è meno efficace, ma preserva quella poca dignità che mi rimane il giorno-dopo. No?

[Crediti | Link: Guardian, Doctissimo, immagine: Paperblog]