Avevamo bisogno dell’apertura vegana all’Oktoberfest?

Avevamo bisogno dell’apertura vegana all’Oktoberfest?

Ricordate quella cosa chiamata Oktoberfest? Quei giorni di fine settembre tutti birra, salsicce e rutto libero che animano i desideri di fuga a Monaco di intere generazioni? Ecco, la forma originale della festa va a morire, contagiata dall’avanzata vegana e vegetariana (sì lo sappiamo sono due cose molto diverse) che da quest’anno avrà adeguata rappresentanza.

Ma che fa molto quote rosa delle verdure.

Intendiamoci; non è nulla di irreparabile, non affilate le lame anticarnivore. Solo che le tradizioni hanno il loro valore, e immaginarsi piatti vegetariani e vini vegani dopo 179 edizioni dell’Oktoberfest crea un piccolo corto circuito.

La risposta a chi chiede il perché di questa supina rassegnazione arriva dai gestori del Festival, chiara e limpida: la festa, diventata sempre più internazionale e multietnica, non può ignorare le richieste dei suoi frequentatori, molto esigenti e diversi tra loro. Così, l’inserimento di piatti meat-free nei menù è la naturale conseguenza di un mondo in costante cambiamento.

Non che le diete alternative vengano solo dall’estero: in Germania si contano ben 7 milioni di vegetariani su 82 milioni di abitanti. E di questi 7 milioni, circa 800 mila sono vegani.

Per l’Oktoberfest è comunque una rivoluzione, un cambio di rotta radicale. Lo dicono i numeri. Nell’edizione 2012, sono stati consumati almeno mezzo milione di polli, 116 manzi interi, 115 mila salsicce.

Ma il business è business e oggi il veganesimo vive ovunque il suo momento di gloria.

Non è certo la prima volta che la festa di Monaco causa qualche polemica, l’anno scorso toccò al prezzo della birra. Infatti, se l’ingresso alle 14 festhalle, i grandi padiglioni dell’Oktoberfest, è gratuito, un boccale da litro costa ormai 10 €.

[Crediti | Link: Blitz Quotidiano, immagini: Telegraph]