Che ci resti almeno l’aglio di Voghiera

Che ci resti almeno l’aglio di Voghiera

Aiuto aiuto: voi ci capite di aglio? Perché il nostro sponsor qui, il Consorzio dell’Aglio di Voghiera Dop (non Voghera, siamo in provincia di Ferrara) voleva conoscere il grado di consuetudine con il noto bulbo e noi di Dissapore – che di aglio ci nutriamo, come di tutto il resto – abbiamo accolto la richiesta con entusiasmo.

Certo il vostro aiuto non guasterebbe. Ad esempio, sapevate che i tipi di aglio sono tanti, e non sono tutti uguali?

C’è il rosso di Nubia, quello di Sulmona, il piacentino bianco, l’aglio di Caraglio, quello di Vassalico, di Serena e via dicendo. Rispetto agli altri, l’aglio di Voghiera risulta più aggraziato, elegante. Il gusto è dolce, fresco, adatto a preparazioni dal sapore meno pungente.

Oltre a qualità, provenienza e gusto, anche le forme dell’aglio cambiano, e quello della Pianura Padana Ferrarese è bianco, luminoso e uniforme, raramente striato di rosa. I bulbi sono ciccioni, tondi, insomma di quelli che a vederli ti vien voglia di mangiarli crudi, se non fosse per la vita sociale.

Il Consorzio, creato nel 2000 e riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, lo produce in tre tipologie diverse: fresco (stelo verde), semi-secco (con lo stelo che vira al bianco) o completamente secco. Vale la pena ricordare che ogni tipo d’aglio ha un potentissimo potere antibiotico e antibatterico.

Per quanto riguarda l’utilizzo, il mondo dei mangiatori si divide in due macro-gruppi: chi mangia l’aglio e lo ama alla follia e chi invece non lo sopporta. Chi appartiene alla seconda categoria, va detto, si perde uno dei condimenti più potenti del mondo.

Tra quelli che lo usano come se non ci fosse un domani, molte fazioni sono legate al “come”.  Dopo un sondaggio tra amici queste sono le tipologie di utilizzo di aglio individuate:

– grattugiato

– in camicia, schiacciato con la mano, poi tolto

– diviso in due per togliere l’anima

– schiacciato con il coltello

– spremuto con lo strumento fattapposta

– tagliato a pezzetti non troppo piccoli e poi filtrato

– tagliato a pezzetti piccolissimi, senza filtrare

– intero

Naturalmente gran parte della scelta dipende dalle preparazioni. E qui, cari lettori, entrate in gioco voi. La domanda è: a quale fazione appartenete? Anche voi grandi user di aglio in cucina? E se sì, come  preferibilmente?