Colazione: come rendere i baristi vertiginosamente nervosi

Colazione: come rendere i baristi vertiginosamente nervosi

Se l’Italia morirà, devastata dai morsi della crisi, dall’assenza dello Stato, dalla presenza eterna di Berlusconi o dalle nuove proposte di Renzi, il nostro spirito vivrà in eterno. Soprattutto le nostre bizzarre abitudini. Tipo come facciamo incazzare il barista quando consumiamo il caffè al bar.

È vero, ci siamo descritti altre volte, ma la questione è così abnorme che non si esaurisce mai la casistica. E un sottile godimento classificatorio ci assale.

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Il punto è che abbiamo reso il bancone da bar un avamposto dello psicanalista: merito di tutti i nostri “Ci vediamo per un caffè” o “Ti va un caffé?”, e alle migliaia di colazioni, post pranzo e metà pomeriggio. Uno scintillante palcoscenico dell’umana varietà, su cui mandare in scena nevrosi, tic e abitudini.

Ecco una breve e non esaustiva lista (non lo sarà mai!) di tipi da bar irritanti per chi sta dietro il bancone. Quelli che, quando ce li troviamo di fianco, vorremmo invadere la Polonia. Povero barista, hai tutta la nostra stima.

Personalizzare sino alle estreme conseguenze.

Spingono la customizzazione fino alle sue estreme conseguenze: vogliono la tazza grande e calda, il cappuccino freddo, con doppia schiuma e latte di soia. Dicono che è la loro abitudine. Non che li hanno viziati da piccoli. Devono soffrire molto. Incontentabili: solo perché ami il ginseng in tazza di vetro, questo non ti rende una persona migliore. Abbandona subito quel tono di superiorità, e non azzardarti a chiedere tronfiamente “Il solito”. Per il barista sei un numero. Solo più fastidioso di altri.

Parlare al telefono durante l’ordine.

Parlano al telefono mentre ordinano, mentre bevono il caffè, mentre pagano; temo mentre copulano, facendo casino con i nomi. Il barista deve quasi supplicarli per ottenere l’ordinazione, che ottengono a gesti e labiale. In fondo, chi non riuscirebbe a spiegare con le sole mani che vuole “un macchiato tiepido con caffè d’orzo” [vedi punto 1]?.

Pretendere il caffè riparatorio.

Tu hai ordinato una cosa, il barista non ha capito e te ne ha servita un’altra (o almeno, questa è la tua versione). Intanto però, prima di capire che il tuo caffè d’orzo non era d’orzo, hai dovuto finirlo. E il fatto che il tuo cappuccino fosse troppo caldo non ti ha impedito di berlo tutto. Segue richiesta di riparazione, e secondo caffè gratis.

Non cogliere l’attimo.

Il tuo barista ti ha appena preparato un cappuccino caldo, ha fatto un delizioso ghirigoro sulla schiuma, te l’ha appoggiato davanti. E tu, perso in chiacchiere o nella contemplazione della vicina di bancone, lo lasci lì. A raffreddarsi e diventare inguardabile e, soprattutto, imbevibile. Per poi magari chiederne un altro. Non hai diritti, sappilo!

Gridare sempre al “furto legalizzato”.

Al bar del loro paese tutto costa sempre la metà e il macchiato ha lo stesso prezzo dell’espresso. Dove andremo a finire! La loro micragnosa taccagneria non disturberebbe più di tanto, se solo non si esplicitasse ad alta voce. 80 centesimi per un caffè? O tempora, o mores. Un furto legalizzato, signori miei!

Averci la bocca d’amianto.

Se c’è una categoria umana che mi lascia più perplessa di altre, è quella che chiede la bevanda bollente. Puro gusto perverso di scottarsi dita e lingua? Sadica soddisfazione nel soffiarci sopra o nel lasciarlo raffreddare? Dediserio di ulcera perforante? Spiegatemelo voi.

Tu vuò fa l’americano.

No, Starbucks in Italia non è arrivato. Ancora no… E quindi no, non troverai un caramel macchiato o un pumpkin spice latte. Torna nell’angolino buio dove tu e i tuoi amici dal basso livello di civilizzazione ai sapori meritate di stare.

Dissimulare la richiesta della correzione.

Non c’è niente di male se richiedi la correzione alla di sambuca. Solo, abbi il coraggio delle tue azioni e non biascicare l’ordinazione guardando per terra. Ti piace la sambuca: è ufficiale. E soprattutto, non trillare ad alta voce giustificazioni come “Eheh, sa com’è, è una mattinata difficile … e poi, brrr, che freddo, un po’ di sambuca ci vuole, no?”.

Xyz.

E’ vostro compito riempire questa casella. A chi, quando ve lo trovate come vicino di bancone al bar, rovescereste addosso e volentieri ciò che ha ordinato? Il barista in me vota chi ordina un ristretto in tazza grande, sia messo agli atti.

[Crediti | Link: Spigoloso]