Ci sono solo due parole per definire la prossima dipendenza da un piatto: Caesar Salad

Ci sono solo due parole per definire la prossima dipendenza da un piatto: Caesar Salad

Quando di un famoso piatto, vengono riproposte mille mila varianti, vuol dire che il piatto è famoso o che nella sua prima versione non convince più? L’insalata di Cesare per esempio è uno di quei piatti la cui versione originale si è persa tra le pieghe di un bacon e le curve di un uovo. Cesare Cardini, il suo inventore italiano emigrato negli Stati Uniti se la inventò nel 1924 in occasione della festa del 4 luglio. Come al solito, quando proprio non si sa a quali santi appellarci nel raccontare la nascita di un piatto, pare che la famosa insalata nacque per caso e in mancanza di altri ingredienti. Cesare si inventò un live cooking e impressionò il pubblico in sala.

All’inizio, secondo Wikipedia, la Caesar Salad era composta da lattuga romana, crostini di pane soffritti, parmigiano. Condita con una salsa fatta di succo di limone, uova, aglio e salsa Worchester.

Col tempo le aggiunte sono state importanti e non poco invasive: petto di pollo croccante, pancetta, uova sode, alici, senape e via così, fino ad arrivare alle versioni gigione, destrutturate, scomposte, a modo mio, tuo, a pancia in giù.

Ultimamente la incontro sempre più spesso, da McDonald’s a Massimo Bottura, dal menù scintillante del nuovo Pisacco a Milano, fino ai posti dove l’attitudine americana la fa da padrona, Julep’s e California Bakery sempre a Milano per esempio.

Anche la signora televisiva delle ricette, Benedetta Parodi, ne fornisce una sua personale interpretazione, Alessandro Borghese la fa “scomposta”, il ricettario del Bimby la inserisce pure lui anche se ovviamente con la macchina infernale si produce solo la salsa. E io che pensavo funzionasse come per il risotto, metti tutto dentro, vai a farti una doccia, torni ed è pronto. Tutti ci hanno messo il becco insomma, alla stregua del tiramisù o della carbonara, l’insalata americana ci piace parecchio pare. Perfetta anche per riutilizzare gli avanzi di pollo domenicale.

La Caesar Salad sarà la prossima regina di tutti i menù quindi?
Pensandoci ha tutte le carte in regola. Il pollo, come già abbiamo detto è di grande tendenza: ogni ristorante finto povero che si rispetti ha nel menù un pollo, al limite un galletto, oppure la gallina in brodo se vuole proprio giocare serio. E anche la tendenza “americaneggiante”, da un’hamburgheria per ogni 10 abitanti all’ultra pop cupcake in poi, ci riporta insistentemente sulle orme dell’emigrante Cesare.

Voi che dite della Caesar Salad? L’avete già intercettata in più di un menù? Vi piace col pollo alla piastra, croccante, lesso, avanzato? Crostini oliosi? Uova sode aggiunte? Olive? Lattuga romana o insalata iceberg?

Ma soprattutto, è troppo poco diva per diventare un piatto di tendenza o ce la può fare?

[Crediti | Link: Wikipedia. Immagine: disturbinglydelicious]