Scrivi come mangi: la gorgonzola non è una formaggia

Scrivi come mangi: la gorgonzola non è una formaggia

Allora, siete rientrati dai vari ponti ché nemmanco Calatrava nella migliore versione? Ecco, allora, visto che ripartire non si può più, meglio accontentarsi di sapori che ce le ricordino, ’ste benedette e perdute vacanze. Se al Golden Gate avete preferito ponti tibetani su amene isolette dell’Egeo, potreste rinverdir la memoria sparandovi una bella Insalata greca, con le olive, il cetriolo e… la feta.

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E non mi dite che per voi è un formaggio e quindi lo pensate al maschile, eh? Il feta?

E allora la crescenza? E la fontina? Per non parlare della robiola o della ricotta…

formaggio feta

Anche se Treccani sull’argomento tace, altri  dizionari ci assicurano che, in italiano, feta è femminile. Probabilmente perché così è in greco (φέτα, letteralmente fetta). Intanto, attorno a me si sta scatenando il Dibattito della Crusca Faidatè: «perché devo dire la feta se il gorgonzola è maschile?»; «Ma no, gorgonzola è femminile: da noi si dice la gorgonzola».

Alt, fermi un attimo: non è che, in italiano, se una parola finisce per a debba essere per forza femminile. Che dire allora di eritema, asma, enfisema – tanto per parlar di malanni? O baccalà, gianduia [gianduja?], grana, lecca-lecca – per rientrare in tema?

Comunque, in questo caso il dubbio non deve sussistere: gorgonzola è maschile; chi ne parla al femminile sconta origini a nord della Linea Gotica. Diciamo che i miei amati cugini napoletani – quelli della graffa, per intenderci – lagorgonzola non lo avrebbero mai detto.

Per quanto riguarda la variante gongorzola [leggete bene: GON-GOR-ZO-LA], a parte essere l’evidente risultato di avviluppamenti linguistici [nel senso del muscoletto che si muove nel cavo orale, non dell’idioma], va detto ovviamente che è sbagliata: ma alzi la mano chi non l’ha usata almeno una volta, da bambino.

E, sempre per restar bambini, chiudiamo con una striscia di liquirizia, a meno che non preferiate la liquerizia o addirittura la liquorizia. L’esimio Giorgio De Rienzo – cui m’inchino ossequiosa – non ha dubbio alcuno: liquirizia è il lemma corretto, da liquiritia (latinorum docet – come diceva mia Nonna, famosa anche per il de gustibus non sputazzellam col quale chiudeva la classica diatriba supplì al sugo vs supplì al burro). Liquerizia e liquorizia sono invece deformazioni, d’uso comune ma sbagliate.

Certo, srotolare una rondella di liquerizia ci farebbe tornare tutti un po’ più bambini, lasciando tristi gommose alla liquirizia ai più agés.

p.s.

Tanto per chiudere in bellezza sulla confusione di genere che la nostra lingua può provocare su un povero straniero: una volta, al mio amico John scappò un’esilarante la formaggia; gli facemmo ovviamente sentire l’orripilante casistica di Elio e le storie tese: non sbagliò mai più. Ma che ridere.