20 cose che un gastrohipster dovrebbe smettere di fare

20 cose che un gastrohipster dovrebbe smettere di fare

Dice il saggio: “Nessuno può tornare indietro e iniziare da capo, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale”. Nulla di più vero. Ma prima di avviare questo processo di trasformazione tu, sì proprio tu —gastrohipster–, devi smettere di fare le cose che lo ostacolano.

Ecco 20 idee per iniziare (perché gli analisti costano):

1. Smetti di pagare lo street food quattro volte il suo valore. Come per la street art vale la regola “povero ma bello”.

2. Smetti di usare inglesismi ogni volta che potresti scegliere un vocabolo italiano. Soprattutto quando pensi di essere ironico. Non ride più nessuno.

Selfie con lo chef

3. Smetti di farti i selfie con gli chef. Non scatenerai l’invidia dei tuoi consimili. E gli amici non-gastrohipster ti penseranno affiliato a qualche setta bizzarra, dato che le persone nelle foto sono tutte vestite di bianco.

4. Smetti di fingere di saperne a pacchi su quella birra che a malapena hai sentito nominare. Sarà pure l’era dell’accesso ma tu non sei né il foodblogger che disprezzi, né un operatore dell’informazione. Tu sei un gastrohipster.

5. Smetti di chiamare gli chef per nome. Dimostrarti confident non farà di te una persona migliore, nemmeno rendere noto che quando vai al ristorante ti riserva il tavolo dello chef, direttamente in cucina.

fotografare il cibo

6. Smetti di far raffreddare i piatti dei commensali perché li devi fotografare tutti. Trovarsi al cospetto di un piatto succulento e non poterlo mangiare? Non c’è niente di peggio. Ah sì, vederlo sbattuto sopra tutti i social mentre lo stai digerendo.

7. Smetti di taggarti su Facebook in ogni evento a cui partecipi. Dimostrarti presenzialista, più che altro prezzemolino, non aumenterà la considerazione degli amici nei tuoi confronti.

8. Ah, smetti di pagare qualsiasi cibo (non solo lo street food) quattro volte il suo valore. Non prendetela come critica in senso lato. Il significato è letterale.

Magnum Dolce & Gabbana

9. Smetti di comprare packaging e inizia a comprare sostanza. Cosa che, intendiamoci, non significa andare solo nei “negozi leggeri”.

10. Smetti di chiamare il lievito “batteri” quando spieghi come fai il pane in casa. Sono funghi, diamine.

11. Smetti di guardare con disgusto malcelato i commensali che non prendono il bicchiere dallo stelo solo perché hai frequentato il primo livello del corso da sommelier.

12. Smetti di assegnare al tuo lievito madre i nomi più assurdi. Se ti senti solo, ci sono tanti cuccioli che aspettano un padrone.

lievito madre

13. E visto che ci sei, smetti anche di trattarlo come un bambino. I tuoi veri figli potrebbero risentirsi, e saranno loro a prendersi cura di te quando sarai vecchio. Non uno stupido panetto.

14. Smetti di autoprodurre qualunque cosa e fatti una vita. È come nel fai da te, non basta un manuale. Per certe cose bisogna avere il quid.

15. Smetti di pretendere che solo perché sei un gastrohipster sai cucinare. Le due cose non sono per forza collegate. Un umile toast fatto con amore è più apprezzabile del pesce che rovini pasticciando con il sushi.

Orto, Azurmendi

17. Smetti di sfiancare i non gastrohipster con appunti continui sulla sostenibilità del cibo, del vino, della birra, persino del ristorante. Mangia e lascia mangiare.

18. Smetti di trotterellare da un capo all’altro della città per elogiare in modo sperticato l’ultimissimo bistrot per poi mollarlo nell’indifferenza quando ne apre uno nuovo. Appena aperto un locale deve assestarsi, non può essere il più grande in circolazione.

19. Smetti di fingere superiorità nei confronti della junk-tv. Tanto lo sanno tutti che il giovedì non resti a casa per vedere Santoro. Dài dillo che t’ingozzi davanti a Masterchef come qualunque non gastrohipster.

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20. Smetti di classificare il cibo secondo i decenni. Non tutti vanno in sollucchero sapendo che la panna è “oh, così anni Ottanta”. Anzi, la maggior parte dei tuoi interlocutori ti troverà insopportabile.

E ora scusate ma devo spuntinare. Mi aspetta una brioche naturale da inzuppare nel caffè filtrato bevuto con movimenti lentissimi.

[Crediti | Immagini – Instagram: deelo_official]