La via crucis del turista a Milano: i maxi-conti di bar e ristoranti con tanto di scontrino

La via crucis del turista a Milano: i maxi-conti di bar e ristoranti con tanto di scontrino

Vacanze: dice che l’Italia è il paese più caro tra quelli dell’area mediterranea. E che il record poco invidiabile del capoluogo italiano con i ristoranti più cari spetta a Milano. Per una pizza e una bibita in lattina si spendono in media 10,35 euro, coperto escluso. A Roma le media è 9,19, a Napoli scende sino a 6,68 (dati Istat di luglio).

Muovendo da qui, Repubblica Milano ieri si è fatta un giro in centro. Ne è uscita una specie di mappa della vergogna.

Proviamola anche noi, reflex al collo e mappa di Google alla mano, la via crucis dei prezzi che tocca al turista, specie straniero, nel centro di Milano.

L’inizio è shock: cappuccio e brioche al bar Le Tre Gazzelle, in Corso Vittorio Emanuele, costano sette euro.

Nemmeno il tempo di scucchiaiare la schiuma dalla tazza e altri nove euro escono dal nostro portafoglio, sempre meno imbottito, al Caffè Aperol di Piazza Cordusio per placare l’arsura di Stige, il nuovo anticiclone nordafricano.

Sette per una spremuta d’arancia e DUE per un bicchiere d’acqua.

L’ora di pranzo per le nostre tasche di turista sempre più vuote è un vero attentato. Uno spuntino in Galleria Vittorio Emanuele arriva a costare una quarantina di euro, conto che lievita se a cercare ristoro è una famiglia con uno o due bambini al seguito.

Consapevoli, ma non è detto che il turista straniero lo sia, l’approccio al Bar Sì, gelateria a metà strada tra Piazza Duomo e Piazza della Scala, è minimal che di più non si può: un toast e una Coca Cola.

Lo scontrino recita 17 euro.

Meglio prendere il caffè altrove, tipo al Caffè delle Colonne di piazza San Babila. Dove un iced coffee (c’è sempre Stige, ricordate?) cambia prezzo a seconda di come lo si chiede. In italiano 5 euro in inglese 5,50. E’ la famosa sovrattassa stranieri, altrimenti nota come sciagura del doppio prezzo.

Il tour del borseggio si conclude con un gelato: nei panni del turista tipo sotto i ventilatori del Caffè San Babila si spendono 6 euro per tre palline.

E se vi aspettate di mangiare in modo decente, siamo pur sempre in Italia, dovrete ricredervi. Basta leggere qualche opinione  su Tripadvisor, il sito delle recensioni fatte dagli utenti. Per i locali del centro di Milano i giudizi spaziano da “cibo a livello di una mensa di fabbrica” a “scandaloso”, da “senza vergogna” a “da denuncia”.

Il tempo stringe, per l’Expo 2015 sono previsti 20 milioni di visitatori e Milano, la capitale morale, non può passare per una qualunque trappola spennapolli.

Cosa fare?

1) Lasciare le cose come stanno. Che i turisti s’informino prima di partire, tra guide e forum online oggi tutti possono sapere.

2)  Appoggiare gli appelli delle associazioni dei consumatori, che chiedono a gran voce di ritarare l’offerta dei pubblici esercizi. In una città civile l’ingenuità altrui non è una buona ragione per approfittarsene.

3) Suggerire, qui e ora, alternative praticabili alle trappole per turisti del centro di Milano.

[Crediti | Link: Repubblica Milano, TripAdvisor]