10 comandamenti del kebab: il primo cibo di strada in italia

10 comandamenti del kebab: il primo cibo di strada in italia

Con buona pace di una certa parte politica, e di una buona fetta di campanilismo apartitico, possiamo affermare che il kebab è il primo cibo di strada in Italia. Ma come destreggiarsi nella marea di negozietti che emanano quel’odore di cipolla e grasso bruciato che solletica inspiegabilmente la bocca dello stomaco?

Pita, Doner, Gyros e svariati altro lessico che ci è poco familiare: è ora di stabilire le regole d’oro, anzi, siamo seri, i comandamenti, per il kebab. Chi non ha peccato scagli la prima pietra.

1. Dovrai essere rimpinzato fino al livello massimo, e anche un po’ oltre.

kebab

Il vero kebab, quello da fame chimica, deve perdere pezzi di carne da ogni parte già al primo morso.

Ha il divieto assoluto di presentarsi come un cibo leggero e salutare, la sua funzione primaria è di stenderti le papille gustative e riempirti lo stomaco dal cardias al piloro.

2. Non nominare il nome piadina invano.

pita

Il döner kebab, arabo, viene fatto con il pane arabo mentre il gyros greco con la pita, il dürüm kebab. con la yufka.

Pita e yufka assomigliano ma non sono una piadina romagnola, che invece ci sta da dio con lo squacquerone.

3. Onora l’insalata e il pomodoro.

insalata

E non usare filetti verdognoli e appassiti e pomodori rosacei di colture dicembrine.

Considera altresì che per un kebab filologico le verdure sono fuori luogo.

4. Ricordati di santificare le salse.

salse

E di aggiungere queindi tahina, harissa, hummus, tzatziki limitando invece il più possibile la maionese annacquata e quell’apostata del ketchup.

5. Ricordati che la fiatella di cipolla potrebbe uccidere.

cipolla

Dunque che la moderazione sia la tua guida, e che se proprio cipolla deve essere che la prendano anche gli altri commensali, tendendo al principio dell’alitosi collettiva.

6. Non accettare cotture impure.

cottura kebab

Se c’è una cosa che accomuna il kebab da strada è lo spiedo che gira su se stesso bruciacchiando la carne che ha infilzato.

E non essere impaziente, che se la carne viene affettata quando non è ancora ben cotta poi è tutta viscida e appiccicosa.

7. Non rubare.

maison de gyros

Che vuol dire che un kebab non può costare più di 4 euro. E’ un cibo di strada nato per riempire la pancia a basso costo.

Sì, dico a te gastrohipster col kebab di cinta senese.

8. Non lesinare sui tovaglioli di carta.

tovagliolo

Il vero kebab è fatto per ungerti tutti gli strati di indumenti fino alla maglietta della salute. Per questo un tovagliolino in più non si nega a nessuno.

9. Non desiderare il falafel d’altri.

falafel

L’alternativa vegetariana al kebab, cioè un panino ripieno di falafel è la prima origine di soffocamento negli adulti europei.

Necessita, per una corretta masticazione, l’apporto di un notevole quantitativo di liquidi, spesso alcolici e provoca uno sconveniente gonfiore addominale.

10. Non desiderare di essere fusion.

kebab gourmet

Per una volta facciamo i golosi filologi: ci sono già talmente tante varianti che possiamo avere la decenza di affermare che la piadina ripiena di tartare di fassona con guacamole e sale dell’Himalaya sarà anche buona, ma non si chiama kebab.

Altrimenti poi Abramo si rivolta nella tomba.

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