Masterchef Italia 4 | 29 gennaio 2015. La Twittercronaca

Masterchef Italia 4 | 29 gennaio 2015. La Twittercronaca

Siamo al giro di boa, tra 5 settimane sapremo chi è il nuovo MasterChef, ma la strada è ancora lunga. Ad esempio, in gara ci sono ancora dei personaggi che riescono a raccogliere talmente tanto sito incondizionato su Twitter che pare contagioso.

E, in effetti, che ne so Filippo non lo reggo nemmeno io. Comunque, per star tranquilla ho cenato, anche abbondantemente, e adesso non mi scolla nessuno dal divano.

La puntata inizia con la celeberrima mistery box. Sotto la scatola ci sono 10 ingredienti, da usare tutti o solo alcuni.

L’importante è che i protagonisti siano gli spaghetti. Una mistery italica al cubo. Facce felici, soddisfazione diffusa, fino a che Bastianich, Cracco e Barbieri non mettono il classico puntino sulla i.

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Sì, okay gli spaghetti, ma non il solito spago di casa. No, qualcosa di nuovo, di inconsueto. Bastianich esplicita meglio quello che i concorrenti non devono fare: la classica pastasciutta. E per farglielo capire si infila una manata di spaghetti in bocca.

Partono le idee diaboliche e leggermente dissacranti di friggere gli spaghetti, spezzettarli, cambiargli forma. Roba che normalmente verrebbe additata come eretica, ma qui lo ha chiesto Barbieri, quindi liberi tutti. Anzi, mica vorrete fare il solito spaghetto?

Che noia… tra gli altri ingredienti ci sono anche le ortiche. Su, su con un po’ di fantasia.

Paolo si distingue nella folla degli aspiranti chef per il suo duetto con Cracco. Stavolta, per il bestiario del catechista, si torna al classico da ruggito. Si sa, d’altronde, che lo spaghetto tira fuori la bestia che è in noi.

Intanto impazza l’olio bollente per spaghetti, e anche qualche temerario che ha voluto smembrare il simbolo della cucina italiana per ricavarci forse una zuppa.

A spuntarla con i piatti migliori sono Amelia, Paolo e Maria. Tra cialde, nidi e millefoglie di spaghetti non se ne esce vivi, tra l’altro i fritti sembrano croccanti peggio delle patatine di Cracco.

Ma, nel frattempo succede una cosa abbastanza clamorosa.

Non è un caso. Con quegli occhi della tigre forse Paolo ha spaventato Bastianich. Deve essere andata così. Per questo forse Paolo è il migliore della mistery box. C’ha gli attributi il chierichetto.

I giudici e il vincitore si trasferiscono in dispensa: ogni volta che la vedo mi chiedo se anche dal vivo è un ambiente simil fiaba come lo si vede in tv. Se qualcuno di Sky mi legge, io vi scongiuro, invitatemi una volta.

Sto solo in dispensa a guardare e non do fastidio a nessuno.

Comunque, stasera il vantaggio di Paolo sarà su un piatto della domenica: il pollo ripieno con contorno di verdure saltate. Sgomento e fastidio: chi sa disossare un pollo intero? Classica faccenda che mi manderebbe direttamente alle sfide coi peggiori.

Non è tutto: oltre a disossare il pollo, stavolta i nostri eroi dovranno cucinare a coppie, composte ovviamente dalla tigre di MasterChef. Mentre Paolo, in crisi decisionale, ci pensa, su Twitter la vita scorre.

A sfidarsi sono 5 coppie: Filippo e Federica sembra la peggio assortita, nel senso che non corre propriamente buon sangue tra i due.

Poi ci sono Maria e Stefano, Simone e Valentina, Amelia e Giuseppe, Nicolò e Arianna. Ecco, come dire, anche questi ultimi due non brillano per affinità elettiva.

Bisogna dirlo: Paolo se l’è giocata bene, accozzando coppie improponibili giocando sull’antipatia personale. Che cattivello, non si direbbe.

Paolo è rimasto senza compagna. Ora funziona così: potrebbe salvarsi direttamente senza partecipare alla prova semplicemente con un piccolo compito culinario. Lui si ridesta dal torpore, intravede la salvezza e prega in lingua inglese.

La piccola prova da superare è il classico, semplice uovo in camicia. Quella classica cosa che riesce una volta su 13. E infatti…

Fallimento con tentativo di alluvione insomma. Ora deve partecipare alla prova, salvando qualcuno direttamente e sostituendosi a lui o lei nella coppia. La fortunella stavolta è Maria, quindi Paolo fa coppia con Stefano.

Ora prestate attenzione, che sapete che gli autori ci mettono lo zampino per farla difficile e intricata: le coppie cucineranno, ma uno per volta dandosi il cambio al segnale lanciato dai giudici. Non facilissimo, insomma.

E fate conto che bisogna pure disossare un pollo. Tragedie in arrivo, soprattutto per Nicolò e Arianna. Sono partigiana, lui mi piace, e lei invece sarebbe da disossare.

In studio, tra i fornelli si soffre: non è facile e nessuno sempre essere del tuo a proprio agio con la carcassa del pollo in mano. Il Conte Giuseppe, ad esempio, che ne fa scempio allegramente.

Anche Simone si arrangia come può, raffazzonando un pollo ripieno tutto suo.

E poi c’è lo show di Filippo. Già il popolo di Twitter era incattivito sula sfiducia, ora avrà materiale infinito per dargli addosso da qui all’eternità. Diciamo solo che la grammatica italiana e la pronuncia inglese gli riescono peggio del pollo ripieno.

Alla fine vincono Arianna e Nicolò, e i peggiori risultano il conte e Amelia, con appendice drammatica in cui lui si dichiara colpevole e vuole pagare il conto senza tirare in ballo anche la povera Amelia.

Insomma, forse non era un MasterChef, ma il conte esce dagli studi con eleganza e stile. Da vendere.

Giusto il tempo di bere qualcosa, che quelle frittate di spaghetti mi hanno messo sete. Ecco, siamo In Irlanda, a Kinsale. Sembra il paradiso, che fortunati questi aspiranti chef bistrattati.

Ospite d’eccezione John Hayes, idolo del rugby pare. Io non so niente, ma le twitter girl non hanno dubbi: i rugbisti sono unanimemente amati. Amatissimi.

La sfida è quella di fare da mangiare per il terzo tempo a questi omoni , che sembrano mangiare molto più spiccio dei fighetti alle sfilate di Milano della settimana scorsa. Questi magnano. Bisteccone, pesce, birra. E, naturalmente, piatti di plastica, Dalle stelle milanesi alle stalle da stadio.

Le squadre sono così composte: grembiule rosso per Arianna (caposquadra, che Dio ce ne scampi), Simone, Stefano, Valentina.

Nicolò, invece, è a capo della squadra blu con Filippo, Maria, Federica.

Ancora una volta Paolo risulta emarginato. E no, non mi fa tenerezza. Viene simbolicamente messo in panchina, in attesa che i capisquadra lo facciano entrare in gioco al posto di qualcuno che non marcia a ritmo. (Qui, devo dire il vero, gli autori potevano cavarsela meglio con il numero dispari).

Comunque si cucina, e si cucina duro. La squadra rossa, fin dall’inizio, da segni di panico.

Intanto Twitter è invaso da una domanda: cosa sono quelle spille pelose addosso ai giudici e ai concorrenti nell’esterna?

Tra super bistecche, super salmoni e litrate di birra prosegue la sfida, e alla fine i rugbisti sembrano apprezzare. E apprezzano soprattutto la squadra rossa. Il tutto senza che Paolo sia sceso in campo. Ma, forse inizio a provare della tenerezza.

Si torna in studio con le facce da funerale tipiche del pressure test. Non si scherza nemmeno stavolta: a giocarsela sono Nicolò, Paolo, Filippo, Maria e Federica. Ad aspettarli la sfidante finale Amelia, con mezzo piede nella fossa.

Il pressure è a eliminazione: ci si trova un cestino di spesa, bisogna passare tre prove cucinando con gli ingredienti in dotazione per 20, 10 e 5 minuti.

A salvarsi per primo è Paolo che inscena un balletto da tigre in gabbia. Ta tapiro malato. Da riccio che si ribella all’automobilista, scegliete voi.

Ansia, un sacco di ansia da tagliare col coltello.

Simone ha un attimo di sconforto, perché non è convinto della sua creazione. Anzi crede che faccia schifo. E si deprime, tenerezza infinita. Sì, tifo lui. Ho deciso, non mi frega più niente degli altri, voglio bene a lui.

L’ultima prova se la giocano Filippo e Amelia. Tempo contato per fare qualcosa di mediamente fantasioso con due soli ingredienti: pane e cipolle.

Twitter gufa vorticosamente, e riesce nel suo intento. Nonostante sia Filippo che Amelia avessero fatto due mezzi miracoli col poco a disposizione.

Il gioco si fa duro. La preview della prossima puntata fa intravedere Antonino Cannavacciuolo che cazzia Paolo. Manca una settimana? Can’t wait!