Come sopravvivere alla fame negli aeroporti italiani? Ma con Michelangelo andrà meglio

Come sopravvivere alla fame negli aeroporti italiani? Ma con Michelangelo andrà meglio

C’è chi gira da uno stellato a un altro. E chi si muove tra aeroporti alla ricerca di un pasto commestibile. Come quelli del Daily Meal, stoicamente desiderosi di dimostrare che si può mangiare bene prima di decollare. Ma non in Italia!

D’altronde a chi non è capitato, almeno una volta nella vita, di essere sopraffatto da quella sensazione di depressione incombente alla vista del misero panino di plastica ingerito prima del decollo?

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Gli esperti del Daily Meal hanno impacchettato trolley e beauty-case e per sei mesi hanno viaggiato in lungo e in largo, alla ricerca del pasto perfetto, producendo la lista dei 31 miglior ristoranti aeroportuali del mondo secondo due categorie:

1) cucina (menù innovativi, ingredienti freschi, di grande qualità e gusto, piatti impeccabili)
2) stile/arredamento/servizio (design complessivo, arredamento della sala da pranzo, qualità del servizio).

Nonostante gli americani siano in grande maggioranza, anche due inglesi fanno la voce grossa: l’Union Jacks Bar di Jamie Oliver all’areoporto di Gatwick (famoso il suo straordinario Full Monty breakfast) e il Plane Food di Gordon Ramsay a London Heathrow.

È però un altro europeo a conquistare il podio: il Porta Gaig di Barcellona, nel Terminal di El Prat 1. Lo chef, Charles Gais Carles Gaig, ha una stella Michelin per il ristorante omonimo sempre nella seconda città spagnola. Il menù? Cucina tradizionale catalana, appunto. Impeccabile.

Al secondo posto, il Salt Lick BBQ, a Austin, che serve piatti texani.

Medaglia di bronzo al ristorante messicano Tortas Frontera, nell’aeroporto di Chicago O’Hare: ottimi panini ripieni di carne, guacamole, patatine e salsa allo yogurt, ma anche piatti salutari e freschi.

A rientrare nella top 10 è solo un altro ristorante europeo, ovvero il Bubbles Seafood & Wine Bar a Schiphol di Amsterdam, circondato da ristoranti USA.

Nessun italiano. Sorpresi? Io no.

Per ora esistiono solo alcuni corner interessanti, a Fiumicino vini Ferrari con piatti freddi ideati dallo chef Alfio Ghezzi (da 15 a 20 euro) e mozzarella Obikà a Fiumicino, anche a Malpensa e Capodichino, dove da Bellavia si trovano torte capresi, melba e babà al rum. A Punta Raisi da Palazzolo invece cassate e cannoli siciliani.

Chissà se le cose cambieranno con il Michelangelo il primo risto-gourmet italiano “tra le nuvole” in apertura a Milano Linate.

Arredamento design, galleria d’arte compresa (artisti italiani sempre diversi si alternano sulle pareti minimal), piatti firmati dallo chef emergente Michelangelo Citino, che dirige anche il T-Design Restaurant Cafè alla Triennale di Milano, affiancato dallo chef Andrea Iudica.

Il ristorante nasce dall’idea di portare all’interno dell’aeroporto l’idea italiana di ristorante per gourmet, in vista di EXPO 2015. Aperto sei giorni su sette (domenica esclusa), dalle 11.45 alle 15 e dalle 18 alle 22.30, Michelangelo è accessibile non solo dai viaggiatori in partenza o arrivo, anche dai milanesi che vogliono provare un’esperienza con vista sulle piste, con il bonus del parcheggio gratuito.

Interessante l’idea del menù a tempo garantito per i viaggiatori frettolosi. Il piatto unico della settimana (16 euro) si mangia in 8 minuti, l’hamburger (180 grammi di manzo, uovo, speck, pomodoro e iceberg) in 20. 40 minuti per il menu dello chef con le tre migliori proposte del giorno.

Insomma, tutto fa pensare che anche l’Italia potrebbe fare centro. Sempre se avremo aerei da far partire.

Nel frattempo la domanda nasce spontanea: come sopravvivete culinariamente a un viaggio aereo?

[Crediti | Link: Dissapore, Daily Meal, Scatti di Gusto, Il Giornale]