Milano è la città delle mode. Indovinare il futuro di quelle gastronomiche vi farà iniziare bene la giornata

Milano è la città delle mode. Indovinare il futuro di quelle gastronomiche vi farà iniziare bene la giornata

Milano è la città delle mode. Milano centrifuga, trangugia, anticipa i tempi ma sperimenta poche volte l’autenticità. Milano ha 100 hamburgherie e i mixologist di grido. Insomma ci siamo capiti: lo abbiamo detto e ripetuto così tanto da farla diventare una di quelle sentenze che dicono tutto e niente.

Eppure a un certo punto si deve scendere a patti con le cose, come con i fottuti remake americani o gli album imposti su iPhone e capire perché qui aprono braciolerie messinesi, tramezzinari veneziani, trattorie abruzzesi, arancinerie, bistrot finto poveri e ristoranti multifunzionali.

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E se lo capiamo possiamo anche divertirci a tracciare qualche ipotesi sul futuro, ovviamente mentre beviamo un Hugo.

Cos’è un Hugo? Il prosecco con il sambuco ovvio. E ovvio è nuova fissazione meneghina.

Appunto.

Ok, partiamo.

pastrami, sandwich

Pastrami
C’è aria di Pastrami a Milano (e non solo). Ma l’invasione è altamente improbabile, non fosse altro per motivi legislativi. In Italia la salamoia, fondamentale alla sua preparazione, non è ammessa, come l’importazione. E per citare un ristoratore romano, Fabrizio Pagliardi, nella versione italiana assimiglia un prosciutto cotto speziato di vitello.

In attesa di una possibile invasione provate quella del Denzel e di Mangiari di strada.

falefel, sandwich, vegetarian, vegan

Vegetarian street
Temo (si temo) di essere molto basso come % di affermazione. Ma il futuro è vegano o comunque vegano contro carnivoro in una violenta lotta di trincea. non mi pare ci sia dubbio alcuno:la gastronomia sana, fresca, pulita, etica un po’ asettica e dietetica, mai parca di retorica e indottrinamento ha grande credito.

Considerando che non si può campare solo di porri e patate o surrogati stile soia e setan, la figosità può essere portata da hamburger di zucca, arditi felafel, polpette di melanzane o anche dalla paella vegana. Oppure pasta e fagioli come se piovesse e ci pacifichiamo carnivori e vegetariani.

club sandwich

Club Sandwich 15%
In un certo modo la possibile via milanese al club sandwich potrebbe essere il post hamburger più hamburgheriano di tutti, riproponendone il letale mix tra calibrazione della materia prima e ispirazione americana.

Gli esempi sono già molti, come vi abbiamo illustrato in passato.

lapredotto, firenze, panino

Lampredotto & friends 15%
Con tutto il certosino lavoro hipster del mondo rimane ancora difficile sradicare i sapori forti alla nicchia ma le basi sono state gettate e le sacre interiora dalla stilizzazione dell’alta cucina tornano progressivamente alle tavole più rustiche.

Da Mangiari di strada fanno la voce grossa, ma anche il Noodle Bar propone come assaggino degli arrosticini di pollo in cui ci mette anche la ben poco elegante natica. Poi c’è la lingua, meraviglia a cui non mi sento di dare l’apostrofo di pura moda. Scommetterei anche un po’ sul panino con la milza.

cotoletta

Cotoletteria 10%
Siamo sempre a Milano e l’offerta esiste ma è lontana dall’essere una tendenza. Anzi troppo spesso è più una resistenza. Ammorbidita dei suoi imperativi tradizionali (il taglio di carne e la quantità di burro) può abbracciare i nostri tempi con meno difficoltà.

Un impeto di tradizione potrebbe sempre colpire qualche mente gastronomica, magari in versione Apecar come nel caso di Sciatt a portèr, avamposto della goduria valtellinese. Intanto beccatevi la nostra classifica.

kebab

Kebab Gastronomico 10%
Dopo il kebab gourmet di Num è appena arrivato quello di Mariù autodefinitosi gastronomico. Quattro pani, molteplici combinazioni ma la distanza dall’originale pare fin troppo marcata.

Qui il tasso di milanesitá deteriore tocca vertici pericolosi. Al netto della qualità della proposta la grande domanda che anima chiunque abbia un minimo spirito critico è: in cosa differisce da un più classico panino?

fish and chips

Pesce di lago (e non) and chips 5%
Per chi è cresciuto a saraghi e dentici scoprire che esiste del buon pesce di lago potrebbe essere fattore di sorpresa. Insomma è tempo di sdoganare pescetti di ogni tipo, oltre a Luccio e Coregone.

Altrimenti le lanciatissime alici (ottime al bistrot della Stazione centrale), l’amico sgombro o l’hipster sugarello potrebbero allietare qualche cartoccio, rigorosamente accompagnati da patate fritte. Nel frattempo, queste, in solitaria non hanno invaso Milano nella versione olandese come è successo per dire a Napoli. Strano.

giros, pita

Gyros e suflaki 5%
I cavalli di razza dello street food greco sono da decenni integrati nelle città italiane. Hanno il loro seguito ma l’appeal modaiolo è molto basso. Ma ci si può lavorare. Ma anche no. Occhio al Greek Fusion

food, cibo

Altri insondabili
Alla fine tutto può succedere: dalla griglieria dedita ai soli insetti al paninaro con l’aringa e il burro. O al mio sogno:un truck che fa solo supplì alla coratella (se lo scrivo posso ambire a lucrare su chi mi ruba l’idea) e pizza e mortazza per colazione.

Credit immagini: trippadvisor, foodpeoplewant, guidacucina, localnomad, expressocomwash