C’era una volta il fusillo: 7 formati di pasta da rottamare

C’era una volta il fusillo: 7 formati di pasta da rottamare

Se lo spaghetto è santo e sacrosanto per la maggior parte di noi, oggi il mercato è una fucina inesauribile di paste secche dalle forme più diverse, in parte riprese dalla tradizione, in parte create ad hoc per occasioni particolari. In odore di santificazione anche la penna rigata e, più di recente, la calamarata soprattutto se trafilata al bronzo.

Dato per assodato che ci sono formati intoccabili per l’italiano tutto spaghetti e mandolino, mi concentro sulla pasta che si è imbattuta suo malgrado nel design alimentare ed è rimasta “scottata” da malriusciti risultati.

Per questi formati propongo un prepensionamento senza lode.

ruote, pasta

1. LE RUOTE, BOCCONI DA TROGLODITA.
La loro massima aspirazione non é quella di trovare l’anima gemella in uno dei mille sughi italian style, ma di andare a comporre i lavoretti dell’asilo, magari “condite” da bomboletta spray color argento.

Inadatte dalla nascita a qualsivoglia felice sodalizio con ricette della tradizione, sembrano uscite dall’etá della pietra della gastronomia. Che riposino in pace.

Disclaimer: la redazione si dissocia a gran voce per le ruote Cavalieri e Garofalo.

Alci Ikea

2. LE “ALCI”, CHE NEMMENO REDZEPI.
Vi sarà capitato, molto prima di imbattervi nelle Kettle Chips, di frequentare il reparto food di Ikea per portarvi a casa delle patatine nordiche di simil-legno, o le celeberrime polpette in salsa X. I più attenti di voi si saranno imbattuti in un’altra geniale invenzione del colosso svedese: la pasta a forma di testa d’alce.

Non so quale dei tanti designer nordici abbia potuto partorire questo prodotto dall’indubbio gusto estetico, ma io tornerei a casa molto piú volentieri con l’ennesima libreria Billy nel baule, piuttosto che con un sacchetto carico di teste d’alci.

Pasta, cazzetti

3. I FORMATI EROTICI PRIMA DEL FOOD PORN.
Passino le palle di toro, non fosse altro che per la loro antica storia in cucina, ma chi può credere che faccia piacere avere nel piatto qualcosa che somigli anche solamente agli organi riproduttori umani?

Le minchiette, chiamate anche cazzetti, e le fichette (aberrazione culinaria da far venire la pelle d’oca anche a quel patatino di Rocco Siffredi), sono adatte ad un solo uso: una cena casalinga per un addio al nubilato/celibato in versione hot trash.

pasta, creste di gallo

4. CRESTE DI GALLO, GRANO DURO PER SPOCCHIOSI.
La differenza sta nell’appendice, quella che fa il verso alle graziose e regali mafalde, ma senza riuscirci.

La sua inutilitá é sancita dal fatto stesso che, troppo spesso, in cottura quella tipicitá ricercata che giustifica il suo nome (la cresta attaccata al maccheroncino), si perda per strada, staccandosi miseramente e perdendo ogni sua funzione “raccogli-sugo”. Bocciate, sicuramente da rottamare in favore di una splendida mangiasugo come la mafalda.

penne lisce
5. PENNETTE LISCE, ASTENERSI SE FAMELICI.
Pastasciutta é vita, forchetta del desiderio, amore fatto alimento. Inutile provare a seguire le indicazioni della dieta di turno, perché il piatto di pasta è una gioia piena, rotonda, di sostanza. Di pasta ci si riempie la bocca, si gode in solitudine, di pasta ci si nutre non per sopravvivenza ma per passione.

Scegliere la propria pasta, quindi, significa assaporarne gusto e consistenza, forma e sostanza.

Cosa mai significa, quindi, un formato di pasta che, per darti una soddisfazione pur minima, deve essere rincorso a suon di forchettate nel piatto e che, buonanima, regala una sufficiente soddisfazione solo se in bocca ce ne infiliamo 20 per volta? Pennetta liscia? A casa!

Ari-disclaimer: Per buona parte della redazione la penna liscia è l’icona della pasta meridionale, oltre che infinitamente migliore di quella rigata.

Gnocchi di pasta secca
6. GNOCCHI DI PASTA SECCA, PROMISCUITÁ NEL PIATTO.
Chi nasce rotondo non può morire quadrato. Nel caso degli gnocchi di grano duro abbiamo due problemi, a mio avviso, insormontabili: per prima cosa “le parole sono importanti” come diceva Nanni Moretti, e non si possono chiamare con le stesso nome due prodotti che non hanno nulla in comune.

Il secondo problema dello gnocco di pasta secca è la sua promiscuità disdicevole, che sovverte la sua natura e la funzione che nel Creato gli é stata assegnata: raccogliere cucchiaiate di sugo.

Infatti, gli gnocchi malandrini, invece di portare a termine il loro sacro compito, si accoppiano tra loro, a volte fanno anche vere e proprie ammucchiate da tre individui, con risultati pessimi e una cottura difficoltosa.

Pasta, formati gulliveriani

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7. FORMATI GULLIVERIANI ALLA CONQUISTA DEL MONDO.
I numeri della disfatta: cuociono in 35-40 minuti, si rompono in 1.000 pezzi, rendono 1/3. Proprio non riesco a farmene una ragione del fatto che, agli antipodi confinati nelle aree gastronomiche degli Autogrill, oggi questi giganti ruvidi stiano conquistando gli scaffali della grande distribuzione.

Specchio di una sindrome da “pasta troppo piccola”? In effetti il consumatore può, nel giro di qualche metro, compensare con le paste per i piccoli, mini formine per boccucce strette.

E voi? Quale pasta trasformereste in esodato senza nemmeno lo straccio di un ammortizzatore sociale?

CREDITI FOTO (Pasquariello, Pasta Di Martino, Ideas in food, Faboluos Vegan, Ikea.com, Angolo di Dafne il gusto)