Quando non sei venuto alla festa delle medie perché avevi judo noi abbiamo mangiato…

Quando non sei venuto alla festa delle medie perché avevi judo noi abbiamo mangiato…

La festa delle medie, per noi cresciuti negli anni 80 e 90 è un ricordo indelebile, tanto da farci guardare dall’alto in basso quei poveri bambini costretti a far le piroette nell’angolo giochi dell’Ikea, da Spizzico o in qualsiasi altro posto armato di gonfiabili e di vasche di palle di plastica colorate.

La nostra festa delle medie, come la cantava Elio, era un miscuglio inconfondibile di odori di cibo e di ormoni, di attese e di delusioni. Due cose non cambiavano mai: tornare a casa con le pive nel sacco, e il menu sul tavolo.

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Lo so che potrebbe risvegliare ricordi che credevate sepolti per sempre, ma proviamo a ricordare comunque (l’appuntamento è alle 16, portate un regalo o non entrate).

1. TOPOLINI.

panini con bandierine

Le mamme li ordinavano qualche giorno prima dal fornaio, erano panini al latte tondi, del diametro di 5 o 6 cm, che venivano tagliati a metà e riempiti di prosciutto cotto e mortadella, o di prosciutto crudo e salame a seconda della classe sociale del festeggiato.

Immancabili gli stuzzicadenti con la bandierina per tenerli chiusi.

2. SALAME AL CIOCCOLATO.

salame al cioccolato

Ce n’erano di diversi tipi, a me piacevano quelli con i biscotti tritati bene, ma qualche mamma si ostinava a lasciare i pezzi grossi che imitavano i pezzi di lardo nel salame vero.

Altro inspiegabile aspetto era il salame con il rum, preparato da qualche madre un po’ beona o che magari preferiva tenere i bimbi un po’ ciucchi nel pomeriggio, che non facessero troppo casino.

3. GIAMBONETTI.

giambonetti

Erano la merenda scolastica per eccellenza, assieme ai cugini sfortunati Doribar: una ciotola di Giambonetti di fronte a un gruppo di una quindicina di preadolescenti durava meno di un ghiacciolo al sole.

Dunque erano presenti solo alle feste delle medie con budget stellari per il rinfresco.

4. DIXIE.

dixie

Gioia e dolore di tutti i fanciulli con l’apparecchio dentale, le Dixie erano insostituibili.

Le si affrontava in due modi distinti: o il masticamento regolare e continuo fino all’esaurimento della ciotola, oppure il risucchio, finché in bocca non si riducevano di un terzo del volume e scendevano in gola già liquefatte.

5. FONZIE.

fonzie

Il mito dei fonzie si è sgonfiato all’improvviso e non ce ne siamo accorti.

Ma se sul tavolo della nostra festa delle medie fossero mancati la stanza si sarebbe svuotata in un battibaleno facendoci scoprire di non avere nessun amico vero. Da me i fonzie li mangiava anche il gatto. Ma si diceva i Fonzie o le Fonzie?

6. PIZZETTE.

pizzette

Altra produzione casalinga erano le pizzette, fatte con la pasta della pizza e non con la pasta sfoglia.

Segno di un’epoca per il fatto stupefacente che le voleva fatte e sfornate al momento, da madri che al massimo lavoravano part-time.

7. SFOGLIATINE.

sfogliatine

Noi facevamo a gara a chi ne mangiava di più, e in effetti il pacchetto delle sfogliatine lasciato in mano ad un unico bambino produceva sempre due effetti: lo svuotamento del suddetto pacchetto in meno di una decina di minuti e lo spargimento di briciole per un raggio di un km dal punto in cui si era consumato il banchetto.

Pollicino nel bosco si sarebbe dovuto portare le sfogliatine.

8. TOGO.

togo

Io avevo un’amica che toglieva il cellophane che ricopriva la confezione e, lasciandoli nel loro alloggiamento fatto da due vaschette di plastica gemelle siamesi, li ricopriva di panna spray.

Per  prenderli ti sporcavi fino ai gomiti, ma faceva tutto parte della goduria. Per il resto del pomeriggio eri appiccicoso come la carta moschicida.

9. CARAMELLE GOMMOSE.

caramelle gommose

Lungi dall’abbondanza delle pareti dei multisala contemporanei, le caramelle gommose di quegli anni erano in pochi formati (tanto alla fine hanno tutte lo stesso gusto).

Primi assoluti gli orsetti, poi venivano i coccodrilli, e sparute, facevano capolino le uova all’occhio.

10 BICCHIERE CON IL NOME SCRITTO SOPRA.

bicchieri con il nome

Comunque dal primo ingresso fino all’ultima fetta di torta, figlio di un’epoca in cui non sprecare era solo buon senso e non status symbol, il bicchiere con il nome scritto sopra era la prima forma della nostra identità.

Se si dimenticavano di preparatelo era il segnale inequivocabile della tua inconsistenza sociale.

[foto crediti: peccati di dolcezze, assopoker, giallozafferano, skiforum, cookatround, dailyoxford, la linea vine mangiando, bon bon web, ciao, marok]