Quale cibo italiano sconterà più di tutti l’embargo di Putin?

Quale cibo italiano sconterà più di tutti l’embargo di Putin?

Carne, pasta, pesce, latte, formaggi, frutta, verdura e vino. Non mi sto appuntando la lista della spesa per un Ferragosto sadicamente milanese. Sono alcuni dei prodotti che la Russia smetterà di importare per un anno da Stati Uniti, Unione Europea, Australia, Canada e Norvegia, come risposta ai paesi che hanno imposto e appoggiato le sanzioni in merito alla crisi ucraina.

Le prove tecniche di mattanza economica come al solito sono state sperimentate sulla povera Polonia che è stata privata dell’importazione delle mele, settore agricolo determinante della loro economia.

Si aprono scenari per il pensiero, financo in agosto.

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Il pensiero gourmet è: ma ora che si mangiano in Russia? Parliamo di una nazione che importa più del 40% dei suoi prodotti alimentari (oltre un miliardo di euro l’importazione dall’Italia nel 2013) ed è il mercato più grande delle esportazioni di frutta e verdura provenienti dall’Europa.

Il pensierio cinico è: sai che affari per il mercato nero e per la mafia russa. E sai i film sul proibizionismo alimentare russo tra una decina di anni.

Il pensiero di politica internazionale è: per attrarre l’Ucraina nella sfera d’influenza UE, e in seconda istanza euro-atlantica, gli USA stanno procurando seri danni a tutti le nazioni sotto la loro influenza.

Il pensiero di settore è, infine: mentre nel nostro campo si professa spesso – con un atteggiamento tra il fideistico e il naif – il km 0, l’economia del cibo si muove su grossi numeri e massicce esportazioni. Un sistema che crea dipendenze di mercato tutt’altro che trascurabili. E che apre scenari complicati anche per l’Italia, dove l’unico settore che non agonizza è proprio l’alimentare.

Adesso il rischio che la Russia comprerà le stesse cose molto probabilmente dal Sud America è concreto (per la disperazione dei tanti ristoranti italiani che per garantire la qualità delle ricette comprano il 90% dei prodotti dell’Unione Europea)

Vediamo quali:

Formaggio
Il formaggio italiano fa ottimi numeri in Russia, ma è sua maestà il Parmigiano Reggiano a correre i rischi maggiori, visto che l’export ha toccato la cifra record di 10.800 forme nel 2013 arrivando quasi a 6 milioni di euro di fatturato. La strategia è di vendere ai russi il 50% della produzione entro il 2020.

Ortofrutta
Comparto importante con circa 72 milioni di euro dedicate all’esportazione in Russia. A farne soprattutto le spese sarebbero soprattutto le cooperative nel Modenese e nel Ferrarese che hanno fatto del rapporto con la Russia la chiave d’impresa. L’alimento più colpito sembrerebbero essere le pere di Modena.

Pasta
Il nostro prodotto simbolo potrebbe risentire di una perdita di 50 milioni di euro. I volumi sono impressionanti e poggiano soprattutto su alcuni formati. Indovinate quali? Spaghetti ovviamente. Ma anche penne e rigatoni.

Carne
Si parla di 61 milioni di euro. Il gruppo Cremonini potrebbe essere il più danneggiato, come anche molti produttori di salumi.

Vino
L’esportazione di vino italiano in Russia è cospicua e capillare ma il settore dovrebbe non essere a rischio. Motivo? Nel 2011 la società Gancia, è stata acquistata da una società russa per il 70 per cento.

Insomma, potenzialmente un’altra bella picconata al sistema Italia. Ma siccome siamo a agosto e dalle nostre parti ci piace dissacrare qualsiasi cosa proponiamo una ricetta con esclusivi prodotti a rischio embargo.

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Ecco il Timballo di maccheroni di Alessandro Teo, chef del ristorante Da Umberto.

La preparazione ve la studiate su Scatti, ma le dosi e gli ingredienti le dedichiamo a Putin.

Per la pasta frolla

500 g di farina 00
200 g di zucchero
200 g di burro
4 uova intere

Per il ripieno

500 g di Paccheri di Gragnano
500 g di ricotta di bufala
350 g di ragù
200 g provola
120 g. provolone del monaco grattuggiato
1 ciuffo di basilico
sale qb
pepe qb

Come abbinamento proviamo qualcosa di ricercato e poco in stile russo: Fiano Pietracupa, possibilmente con qualche anno sulle spalle.

Buon appettito. Anzi приятного аппетита

[Crediti | Link: Il Sole24Ore, immagine: Bloomberg]