Il caffè a Napoli è pessimo, ma non fucilatemi: lo dice Report

Il caffè a Napoli è pessimo, ma non fucilatemi: lo dice Report

Sfatiamo un mito: la tazzulell e’ cafe’ napoletano potrebbe non essere buona così abbiamo appreso da Eduardo De Fillippo. Chi lo dice? Un’inchiesta di Report in onda il 7 aprile su Rai Tre. Il primo a cadere è proprio quello del Gambrinus di Napoli: “E’ molto amaro, poco dolce. Non è acido, è astringente. Sento sentore di noce, paglia, sentori leggeri di terra.” Questa la valutazione all’assaggio di Andrej Godina, della Scae (Speciality Coffee Association of Europe). Voto? 3 e 1/2.

Il video fa un po’ impressione.

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Il signor Godina ha un accento mitteleuropeo. Viene naturale immaginarsi la colorita reazione dei napoletani alla critica del caffè simbolo e orgoglio cittadino. Il Gambrinus è uno storico caffè di Napoli di fine Ottocento. Frequentato di vippanza intellettuale, politica ma anche da turisti e chicchessia. E’ famoso per il caffè e per le storiche frequentazioni dell’intellighenzia italiana.

Ma da oggi, il caffè del Gamrbinus è “‘na ciofeca”. 3 e 1/2 però mi sembra un po’ ingeneroso.

Caffè Gambrinus - Inchiesta ReportCaffè Gambrinus - Report

Non va meglio con un altro caffè della città: “rancido, legnoso e terroso”: voto 2.

Al di là della tignosità, certi voti non li do nemmeno al caffè dell’Autogrill di Firenze Signa.

Non per far polemica, ma parlando di caffè a Napoli ricordavamo una situazione diversa.

Con esperienze mistiche nel bar MEXICO, propaggine diretta della torrefazione “Passalaqua” (partenopea DOC) che dal 1948 delizia i passanti della centralissima Piazza Dante. O lì vicino, in un piccolo bar sotto port’Alba (lato piazza Bellini) dove si chiede il caffè fatto con la sinistra, la mano del cuore. O nei pressi di Castelcapuano, in un mini-bar nell’angolo che va verso Porta Capuana, dove si fanno 700-800 espressi al giorno, tutti equilibrati, cremosi e buonissimi.

Ora, per favore, non toglieteci le sicurezze. Tra tutti i luoghi comuni, quello che voleva i migliori espressi d’Italia fatti a Napoli era il nostro preferito.

[Crediti: CorriereTv, Immagine: Giorgio Montersino]