The Monk è la ricetta alla pera che ogni entusiasta dei cocktail amerà alla follia

The Monk è la ricetta alla pera che ogni entusiasta dei cocktail amerà alla follia

La nottata è passata. Eppure il dubbio che il calvario brasiliano fosse un remake del 7-0 di Milan vs Longobarda mi è rimasto. C’è da dire, però, che un Aristoteles in forma e senza saudade un paio di palle buone le avrebbe messe. Meglio sorseggiare qualcosa per dimenticare. Per festeggiare o quanto meno per far succedere qualcosa.

The perfect pear.
Vista la riuscita del Margarita al Dry di Milano ci siamo ripassati, e Guglielmo Miriello, il bartender di casa, ci ha introdotti a un cocktail che, come molti inediti, rasenta il misticismo. “The Monk”, questo è il nome della sua creatura, nasce dall’alchimia alcolica tra:

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Chartreuse, dal Grande Monastero nelle Alpi francesi fondato dai monaci Certosini di bianco vestiti nonché custodi della ricetta originale. Questo liquore a base di distillato di vino conta circa 130 tipologie di erbette, fiori e spezie differenti.

Ne esistono di due varietà: quella verde (secca e più alcolica) e la gialla, aromatica e di gradazione inferiore, che dà anche il nome ad un colore problematico e lisergico tra il giallo ed il verde brillante.

Qualche goccia su una zolletta di zucchero e vedrai che digestione, disse Frate Indovino nell’Afterparty.

Tequila Blanco, un distillato messicano affinato per 1 mese in acciaio con almeno il 51% di agave.

Nella ricetta di oggi va pazientemente aromatizzato con polpa di pera Bartlett o Williams (quella che finisce misteriosamente nelle bottiglie) e stecche di cannella Regina. Io, bloccata in un limbo temporale senza pere, ho dovuto ripiegare su delle Conference tardive.

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La ricetta

45 ml di Tequila infuso con pere Bartlett o Abate e stecche di cannella
15 ml di Chartreuse giallo
10 ml di sciroppo di agave
20 ml di succo fresco di lime

Per l’infuso alle pere:
1 bottiglia di Tequila Blanco 100% agave
800 gr di pere bartlett
2 stecche di cannella tipo Regina

infuso, pere, monk

infuso, pere, vaso

Iniziamo per tempo preparando l’infuso:

si tagliano le pere a fettine sottili (3/5mm), si predispongono in un barattolo a chiusura ermetica di 2kg e si innaffiano copiosamente con l’intera bottiglia di Tequila.

Si scaldano le stecche di cannella in un pentolino, per aiutare lo sprigionamento dei profumi, e si lasciano in infusione per almeno 5 giorni in frigorifero ad una temperatura di 7°/8°.

Angolo confessioni: ho resisitito per due interminabili giorni, ma non ho dimenticato di agitare la mistura ogni 24h.

colino, pere, infuso, filtro

Ho filtrato il tutto con un colino a maglie strette e messo da parte. Superfluo dire che le pere non vanno assolutamente buttate.

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Ho versato lo Chartreuse giallo nel Cobbler shaker, aggiunto il succo di lime spremuto al momento, lo sciroppo di agave, l’infuso alle pere e ghiaccio in quantità.

Non mi restava che agitare violentemente per 8/10 secondi e versare in una coppetta raffreddata in freezer.

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Variazioni sul tema
Alla voce garnish Guglielmo suggerisce di decorare il bicchiere con una fettina sottile di pera disidratata. Io ho esagerato e vetrificato il tutto così:

Ho tagliato molto sottilmente le pere in senso verticale, cosparso di zucchero semolato su entrambi i lati e cotto per qualche minuta in forno a 160°.

Risultato: sfoglie di pera carmellata, croccantissima e trasparente. Guglielmo non ti offendere, è un barbatrucco per compensare la mie lacune sul tema.

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Servo ai miei commensali le coppette ghiacciate, una delle mie cavie bipedi butta giù un sorso e solleva il sopracciglio: “ Buono, poi me ne fai un altro? ”

Moltiplicate per quattro bicchieri, un paio di imbucati che manco conosco, ed è subito pera.