Che ci fanno i Rolling Stones all’Antica Pesa? Sympathy for the Carbonara

Che ci fanno i Rolling Stones all’Antica Pesa? Sympathy for the Carbonara

Se esiste un Dio di certo ama il Rock ‘n’ Roll. E sicuramente i Rolling Stones per i quali ha speso l’omaggio dell’immortalità. Perché diciamocelo, nonostante i volti incartapecoriti e i decenni alle spalle, la band di Mick Jagger ha il dono dell’energia e la capacità di non apparire mai anacronista.

Tra linguacce, collane, riff, salti, petti nudi, bandane e una premonizione, forse memore del 1982, “l’Italia vincerà i Mondiali” con annessi gesti scaramantici, il quartetto ha infiammato i 70.000 fan presenti ieri sera al Circo Massimo e costretto a rifarmi una domanda: perché io che ho 20 anni dopo 10 minuti di corsa stramazzo al suolo?

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Forse non mangio abbastanza carbonara.

O non ci abbino il vino rosso, il pollo ai peperoni e i dolci della casa del ristorante più vip che ci sia, l’Antica Pesa di Roma. Come paladini del rock potevano anche fare scelte più iconoclaste, ma del resto la sera prima c’era andato Jared Leto…

Però Mick se ti vuoi leggere la nostra classifica delle migliore carbonare di Roma.

Il locale, aperto dal 1922 nel cuore di Trastevere dalla famiglia Panella è da sempre luogo di culto per i ricchi e famosi che arrivano nella capitale e vogliono mangiare carbonara, amatriciana e coda alla vaccinara.

Non so come abbiano raggiunto questo status, forse ispirandosi a Manuel Fantoni, ma in tempi social il patron Francesco Panella e il fratello chef Simone hanno tutti i vantaggi del mondo postando sul loro profilo Facebook o Instagram selfie con il gotha dello showbiz internazionale: Madonna, un’assidua, Jean Paul Belmondo, Giorgio Armani, Richard Gere e così via.

Persino Jagger, solitamente poco disponibile a tali pratiche a basso tasso di rock, ha accettato di posare in compagnia dello chef.

I fratelli Panella sono talmente conosciuti nel bel mondo da aver deciso nel 2012 di aprire un ristorante a New York, scegliendo come location Williamsbourgh, a Brooklyn, quartiere all’avanguardia, ricco di locali, ristoranti, aziende bio e sopratutto cuore della cultura (indovinate?) hipster.

Come fornitori, piccole farm italo americane per garantire ai clienti una qualità (indovinate again?) a km 0 e porzioni extra per soddisfare l’esigente palato ammerigano. OK, non è esigente, scusatemi.

Ora indovinate pure quale guida ne omaggia di più la qualità. Quella del Gambero Rosso, che li annovera tra i migliori ristoranti della capitale con il roboante punteggio di 82. Eppure…

Eppure a sentire quelli bravi, o anche noi rompipalle, tutta questa grandezza gastronomica non ci sarebbe, tanto che il valore aggiunto sarebbe proprio l’urticante vippume costante frequentatrice del locale, sia romano che americano.

E voi, cosa ne pensate? Meglio una buona carbonara o un selfie con De Niro?

Però vi do un suggerimento: ma ve lo immaginate Mick Jagger da Roscioli? E daje!

[Crediti | Link: Repubblica, Dissapore, Facebook, Gambero RossoYouTube]