Nei miei buoni propositi per il 2013 c’era non leggere più articoli che usassero l’espressione “gentil sesso” e “splendida cornice”. Insomma, basta scrittura vetusta, melliflua. E, volendo, anche sessista. Il primo proposito è crollato miseramente oggi, quasi a fine anno, a causa di un articolo della Stampa. Sul secondo resisto.
Sarò debole, ma ditemi voi come facevo a non incuriosirmi leggendo che esiste: “un particolare gene che nel gentil sesso predispone a prediligere i gusti dolci, rendendoli alle loro papille più gustosi e appetibili“. Sarà lo stesso che ci fa amare gli spumanti rosati? Ovviamente la banalità ha supporto scientifico. Trattasi di esperimento!
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Ora, io ringrazio sentitamente la dott.ssa Patricia Silveira e colleghi della McGill University per aver profuso tante energie scientifiche nel confermare un vecchio cliché ma a me un’affermazione come: “è un classico l’immagine della donna che si fionda su una tavoletta di cioccolato o sul gelato”, continua ad apparire debole.
Pensate, ieri, ho visto un uomo far colazione con Tegolini, cioccolata Milka e biscotti Bahlsen [no, non è product placement, ma dovere di cronaca]. E, poche ore dopo, concedersi una merenda a base di cannoncini alla crema e cioccolata con panna. Avrà avuto i geni incasinati?
Insomma, se vale un po’ di sana osservazione, l’idea che “i cibi dolci agiscono sui centri cerebrali della ricompensa” mi sembra una considerazione valida per ambo i sessi. Se l’immagine della donna nei media è stata legata allo sbocconcellamento di cupcake leziosi o macaron technicolor è solo perché ci ritenete incapaci di peccare come si deve.
Una volta per tutte, basta con questa solfa dei gusti femminili e dei gusti maschili.
Io bevo birra e mangio trippa senza problemi, o sensi di colpa. Ma sì, adoro lo champagne e non ritengo che un pasto sia completo se non vedo il dessert.
Quindi ora, per gratificare i miei centri cerebrali della ricompensa (mortificati da uno spuntino di metà mattina a base di mandarini), farò un breve e non esaustivo elenco dei dolci a cui non saprei rinunciare anche se, sai mai, decidessi di cambiare sesso. Così faccio anche il vostro gioco, ma con le mie regole.
1. I dolci con la ricotta. Tutti. Indiscriminatamente. Il cannolo alla ricotta in primis (di Dattilo, possibilmente, con ricotta di pecora fresca di giornata, grazie). Ma mi accontento di una sfogliatella riccia napoletana, su. O di una crostata con le visciole, no, dico, si è mai visto qualcuno rifiutare una crostata con le visciole? E se proprio avete velleità esterofile, finirò anche quella teglia di cheesecake che mi avete gentilmente preparato.
2. Pasta frolla. In seconda posizione, qualsiasi preparazione con la pasta frolla. Avete presente il profumo che fa la frolla appena uscita dal forno? Ecco: quello, per me, è l’odore della felicità. Qualsiasi variante è ammessa: farina integrale, di farro, zucchero di canna, burro salato. Noto una proporzionalità diretta tra la mia età e il numero di biscottini che riesco a pucciare nel tè. O nel caffè. O nel latte. C’è qualche liquido inadatto all’inzuppamento dei biscotti?
3. I dolci con la frutta secca. Vuoi mettere la soddisfazione di una fetta di strudel dopo una giornata di sci (inserite la vostra attività preferita, non necessariamente sportiva)? Basta paventarmi la presenza di una granella di pistacchi, una copertura di mandorle, una caramellatura di noci per farmi perdere ogni parvenza di decenza.
4. I dolci poco dolci. Il primo che mi viene in mente è la schiacciata toscana con l’uva fragola, vera eccitazione autunnale. Ma la lista è lunga e passa da impasti con l’olio d’oliva a cioccolato con il sale, fino a cookie cioccolato e aglio. Aglio, sì. Provate poi giudicate, miscredenti. Qualcuno ha detto crumble alla liquirizia?
Noterete la mancanza di dolci al cucchiaio. Ognuno ha le sue perversioni.
E voi, donnicciuoleche malgrado anni di battaglie per la parità dei sessi avete il palato settato sul dolce, cosa bramate con più goduria? Se poi in linea c’è qualche uomo con i geni disturbati che vuole aggiungere qualcosa, non lo escludiamo di certo.
[Crediti | Link: La Stampa, Immagine: Jezebel]