Le 100 gelaterie artigianali migliori del 2018: da 30 a 11

Le 100 gelaterie artigianali migliori d'Italia nel 2018: la classifica di Dissapore dal numero 30 al numero 11

Le 100 gelaterie artigianali migliori del 2018: da 30 a 11

Ieri avete scoperto buona parte della classifica di Dissapore, arrivata alla settima edizione, protagoniste le 100 migliori gelaterie artigianali del 2018.

Per buona parte intendiamo le posizioni dal numero 100 al 31, oggi invece arriviamo alle soglie della top ten, fino al numero 11, sostituendo al freddo elenco di ieri (solo citazioni con indirizzi) le schede di oggi.

Infine, domani venerdì 20 luglio, scopriremo le posizioni dal numero 10 all’1.

[Le 100 gelaterie artigianali migliori del 2018: da 100 a 31]

Al solito, se l’attesa vi consuma, potete consultare le classifiche 201720162015201420132011. Oppure, in alternativa, ripassare quali sono i criteri da soddisfare per chi è interessato ad apparire nella nostra classifica.

[Le migliori 100 gelaterie artigianali del 2017: da 10 a 1]

Noi nel frattempo siamo pronti a cominciare.

#30 Mara dei Boschi | Rientrata

Via Berthollet, 30h – Torino 
Corso De Gasperi 57e – Torino
Via Vittorio Emanuele 17d – Alba, CN

La dipendenza dei torinesi dal Marotto –il gusto gianduia senza latte disponibile da Mara dei Boschi anche al tartufo bianco d’Alba, sempre con nocciole delle Langhe– ha sintomi lievi, e che consistono in una piccola ansia da placare, per tornare alla condizione precedente di pace; ansia che chi non è mai stato in via Berthollet, non conosce.

Ma dire che la (migliore) gelateria torinese sia tutta in quel gusto –per quanta dipendenza possa indurre– sarebbe far torto alle altre dolcezze della Mara, tra cui l’omonimo gusto alla fragola Mara des Bois, varietà francese del frutto.

Oggi sono due le gelaterie a Torino, oltre al locale di Alba, e certo non si può dire che dopo l’addio di Marco Serra, solista a Carignano (Marco Serra Gelatiere, nuova entrata della classifica di Dissapore al numero 41), si siano persi d’animo. Bravi sono stati il giovane Davide Ferrero, affiancato ora da Roberto Speranza.

#29 100% Naturale | + 20

Via XXV Aprile, 126 – Sestri Levante, GE

“Girando a destra dopo 100 metri”, rispondono cordiali due residenti interpellati sul carrugio che ospita 100% Naturale. “Ma c’è una gelateria anche qui, se vuole”.

Grazie, no, non voglio: voi continuate a guardarmi con quel misto di compatimento e ammirazione per l’anticonformismo, ma i gusti totalmente bio secretati nelle carapine da Luca Pannozzo sono un richiamo troppo forte.

Noce e Fichi, per esempio, e restando sul locale il Fiordilatte, con il latte di razza Cabannina, o la liquirizia, irresistibile come in poche altre gelaterie italiane.

No, gelato e granita non sono due mondi inconciliabili, la notizia è che hanno preso a dialogare: non uscite dal piccolo antro ligure senza aver provato il gusto mandorla. Che troverete anche in versione ghiacciolo. Gourmet, si capisce.

#28 Joia gelateria naturale | + 4

Via Trento e Trieste, 112 – Formigine, MO

Come tema di conversazione, nell’attesa di provare la Cassata sbagliata, con ricotta di pecora, cioccolato di Modica e melanzane candite, potreste chiedervi se gli chef applicati al mondo del gelato sono utili o solo un’operazione di facciata.

Noi pensiamo che siano utili. Prendete Andrea Martinelli: abituato ai ritmi incalzanti delle cucine stellate, non riesce a limitarsi al gelato. La frutta candita preparata in laboratorio non è destinata ai pozzetti soltanto, ma anche apanettoni e colombe, parte della proposta di Joia insieme alle focacce da abbinare alle granite.

Del resto, pur fedele al culto degli ingredienti locali come il balsamico dell’acetaia Leonardi e le amarene Ca’ del Rio, è lampante la passione dello chef gelatiere per la Sicilia. L’amate anche voi? Allora scegliete il gusto Mandorla grezza e nella granita il gelsomino.

#27 Chiccheria | + 2

Via Piave, 14 – Marina di Grosseto GR
Via Dante Alighieri, 5 – Cagliari
Via Vittorio Emanuele, 2 – Villasimìus CA

Si dice, tra i mastri stracciatella, che a fare il gelato buono son capaci tutti, mentre a insegnarlo, avviando alla professione nugoli di studenti speranzosi, bisogna essere bravi davvero. Bene, Manuele Presenti ha inciso nelle sorti recenti del gelato artigianale con un duplice ruolo:

1) Indefesso fabbricante di gusti che, nella bottega di Marina di Grosseto annoverano latte della Maremma, Morellino di Scansano e basilico ligure, mentre in Sardegna –a Cagliari e Villasimius– propongono la doratissima Crema di ricotta, ispirata alle pardulas e profumata con zafferano e cannella;

2) Chioccia imprescindibile per i numerosi gelatieri che si sono formati nella sua scuola.

Chiccheria e Gelato Naturale Academy: ben fatto Manuele!

#26 Gelateria Pastorino | – 9

Via Vittorio Veneto, 31 – Calice Ligure SV

La mania del gelato artigianale dilaga, e nonostante sia tutto iniziato in epicentri come la gelateria Gelato Giusto di Milano e Claudio Torcè a Roma, la temperie consiglia di puntare su province amene, stavolta abbarbicate tra le alture dell’entroterra ligure.

Dove inizia la storia di un successo familiare, quello dei Pastorino, della cui fama, divulgata grazie al gelato trasparente (una delle poche gelaterie che pubblica sul sito la lista completa degli ingredienti) e al tocco levigato, vive un po’ tutta Calice Ligure.

Come confermano gli appassionati avventori che s’inerpicano fin su alla bottega –aperta dal 1940– per immergersi nel ricordo d’altri tempi, quando ci si sedeva ai tavolini per godersi una coppa gelato: qui si può ancora fare.

#25 Scian | + 3 

Via Sclavons, 75 – Cordenons PN
Corso Vittorio Emanuele 21/I, Pordenone
Via Udine 34, Lignano Sabbiadoro (UD)

Ci risiamo: altro cuoco che ha virato sul gelato. Funziona? La risposta è soprattutto in un gusto, entusiasmante: Uva fragola. Mentre lo provate, pianificate il bis che sarà a base di Zafferano di San Quirino, con stracciatella di amarene e mandorle.

Tre gelaterie nell’operoso nord-est all’insegna di un gelato pulito e diretto, costruito sul gusto personale di Alessandro Scian, molto chiaro nel definirlo “il gelato come lo vorrei io”.

Come vuole lui è anche il ritorno al primo amore, la ristorazione, con la Bonteca, a Cordenons e a Jesolo, ristorante dove le pizze, il pane e le focacce sono fatte con “grani scelti, lievito naturale, pasta madre viva stesa a mano”. Mica cavoli.

#24 Il Cannolo Siciliano | Nuova Entrata

Piazza Roberto Malatesta, 15/16 – Roma
Viale Quattro Novembre – Roma

Il nome rampante della Gelato Valley romana, Eugenio Morrone, con negozio aperto al Prenestino, nei pressi del Pigneto, ha portato Il Cannolo Siciliano a essere la più alta nuova entrata dell’anno nella classifica di Dissapore.

Forse perché, oltre a farcire al momento i cannoli menzionati nel nome, i sorbetti, compreso l’idolatrato Mandarino tardivo con menta piperita o Pera e caramello, vengono fatti con frutta, zuccheri, acqua, carrube. Stop.

E le creme, prima tra tutte la Pastiera napoletana, con latte, zuccheri, carrube. Stop. Oppure è merito della struttura volutamente grossolana, quasi carnosa, che piace molto ai romani.

Tanto che, un trionfo qui e uno lì nelle competizioni sul gelato, dopo il Pigneto originario Il Cannolo Siciliano ha già figliato una seconda bottega aperta dal cognato Rosario Nicodemo.

#23 Gelizioso | + 7

Via Giacomo Matteotti, 47 – Sarno SA

Un tempo, prima che gli indirizzi del gelato artigianale riempissero gli smartphone dei nuovi foodies, era più facile individuare quelli giusti. Erano pochi, soprattutto. E i loro proprietari, se di prima generazione, avevano passato tanti anni a fare gelati che glielo si leggeva in faccia, ogni cono preparato.

Adesso c’è tutta una generazione di nuovi affluenti che non hanno il peso del tempo addosso, come Giuseppe Cascella, giovane e gagliardo che nell’entroterra di Sarno s’è inventato il gelato “appena raccolto”.

Traducetelo con l’uso maniacale della frutta fresca locale e una ferrea rotazione stagionale dei gusti. Questo è il momento di More di gelso, Melone Cantalupo, Anguria e Percoca nel vino, cioè la versione campana della sangria.

Visto che siete a Sarno, prima di uscire chiedete se è disponibile il sorbetto profumato di menta fatto con il Pomodoro San Marzano, coltivato rigorosamente nei dintorni della gelateria.

#22 Cremeria Scirocco | – 8

Via Agostino Barelli, 1 – Bologna

C’è una correlazione precisa tra gelato gastronomico (o “salato”, anche se salato non è) e fiducia, che passa per il sorriso rassicurante di Andrea Bandiera.

Si è mosso dall’informatica al gelato con ottimi risultati, tanto che oggi sono parecchi i gusti dei colleghi in cui di trova il suo zampino. Sarà per questo che si sperimentano volentieri gelati audaci come Il mio pesto o Tortellone, quando si arriva nel primo hinterland bolognese per entrare in quell’oasi di dolcezza che è la sua bottega.

Dove anche i gusti classici –con latte ma senza uova, senza latte e senza uova e finalmente (ops, scusate), con latte e uova– sono fatti a regola d’arte. Crema al limone, Bacio siculo, Limone, zenzero e miele i nostri preferiti.

#21 Cremeria Santo Stefano | – 10

Via Santo Stefano, 70 – Bologna 

Ci piacciono verginità e appeal rivoluzionario nelle gelaterie artigianali. Non succede spesso, ma siamo ancora increduli quando, passando da Bologna, osserviamo come funziona la Cremeria Santo Stefano di Mattia Cavallari.

Nel laboratorio completamente a vista, che rifornisce la gelateria di lievitati, confetture e cioccolato, vengono tostate nocciole e pistacchi, lavorato il cacao, candita la frutta.

Mentre nella piccola cremeria retrò spiccano i cioccolati setosi –Non è la Sacher (cioccolato con amarene di Cantiano e biscotti)– e i sorbetti che d’estate diventano spesso “gusto del mese” –su tutti Mora di Medicina e Chinotto di Savona.

E tra un Teobroma, sorbetto al cioccolato con massa pura al 100%, e una Crema libanese, non dimenticate di provare una “cestina” –classica cialda bolognese– farcita con Crema delle zitelle, ricca miscela di mascarpone e pinoli.

#20 Pasticceria Santo Musumeci | + 2

Piazza Santa Maria, 5 – Randazzo CT 

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Santo Musumeci è un sublime pasticciere siciliano, in un ipotetico museo aspirazionale del gelato artigianale, che prima o poi qualcuno realizzerà, un posto per lui è assicurato.

C’è sempre piaciuto per le trovate umanizzanti, oltre regole, tecniche e manuali, per la serietà temperata dal romanticismo con cui ha interpretato gelato, granita e pasticceria sicula secondo le sensazioni che restituisce il suo palato.

Più secchiona ma sempre esplosiva nella personalità sua figlia Giovanna, oggi motore della pasticceria di Randazzo, nonché direttrice di importanti rassegne sul gelato. Grazie a lei il gelato dei Musumeci è contemporaneo, allineato alle tendenze più recenti. Ma per il gusto di smentirci, voi provate l’eterno Oro verde di Sicilia.

#19 Crivella Gelati & Dessert | + 4


Enzo Crivella è uno che la sa lunga sul gelato, tanto che per la sua figura dall’inconfondibile zazzera bianca è stato coniato un neologismo: gelatologo. Crivella, aedo della gelatologia, scorrazza in lungo e in largo per far conoscere la bontà dei prodotti del Cilento, ispirazione principale del suo gelato.

Vulcanico e inarrestabile ha trasformato l’emarginazione nella gelateria vista mare della lontana Sapri in un vantaggio, perché scoprire con quale frutto, miele o erba cilentana abbia arricchito quest’anno il latte di bufala, restituisce la fatica del viaggio.

Quali gusti suggerirvi tra i tanti che ha sperimentato e proposto dall’inizio dell’estate? Noi puntiamo su Pane e fichi, l’evergreen Foresta nera, Lavanda degli Alburni & albicocca del Vesuvio.

#18 Gelato Giusto | – 2

Via S. Gregorio, 17 – Milano MI

Per un quinquennio quella di Gelato Giusto a Milano è stata una monarchia fichissima che poteva competere con qualunque gelato, italiano o internazionale che fosse.

Vittoria Bortolazzo ha coltivato bene il suo giardino, cioè la graziosa micro bottega aperta in zona Venezia Monforte nel 2009, restando concentrata sul prodotto, il cui Dna, dovessimo individuarlo, si trova a metà tra gelato artigianale e tradizione di pasticceria. Solo che nel frattempo è arrivata tanta concorrenza a metterla un po’ in ombra.

Intendiamoci, non entrerete mai nella sua bottega con l’aria smarrita da “che ci faccio qui”, perché anche oggi è giustamente considerata tra le più buone di Milano.

Non potremmo essere più d’accordo, avendo apprezzato particolarmente: Cheesecake all’amarena, Sorbetto al cioccolato e Banana, noci e cioccolato.

#17 Galliera 49 | – 13

Via Galliera, 49 – Bologna BO

Arredamento minimale (nel senso che non esiste proprio) per la gelateria bolognese dal successo inversamente proporzionale alla metratura, guidata da Maurizio Bernardini.

Parliamo di una vetrina che dà sotto un portico di Bologna, non proprio lindo, dove comunque c’è sempre coda. Code reali e non autoindotte dall’infinito rimestare dei commessi nella carapina, tanto lo abbiamo capito ormai che tutto quel menare il torrone serve solo a perder tempo. Poi che i commessi non siano la rappresentazione della simpatia è un altro discorso.

Il gelato, sempre inappuntabile e distante dalla tradizione della Bologna tutta crema e mascarpone, è costruito per sottrazione, con gusti essenziali e puliti che puntano su ingredienti bio. Come Robiola con noci e miele di castagno, Sorbetto di fico fiorone o il Pinolo, fatto con i pinoli bio del Parco di San Rossore.

#16 Officina del Gelo Avalon | + 2

Corso della Libertà, 44 – Bolzano BZ

Paolo Coletto è l’eis guru del gelato, che teutoniche riviste specializzate e non celebrano come uno dei migliori (se non il migliore) yogi del gelato italiano.

Un’aristocrazia operaia che macina con tecnica raffinata tonnellate di ingredienti a chilometri zero, saccheggiando diversi masi e aziende agricole dell’Alto Adige. Senza dimenticare meditazione e ispirazioni zen mutuate dai numerosi viaggi del Coletto –un vero personaggio– nel mistico oriente.

Progetti futuri: aprire una scuola di vita gelatiera in Thailandia e passare i ferri del mestiere al figlio (appena  sarà pronto a camminare da solo). Noi nel frattempo ce la siamo spassata con il Caffè Giamaica, e ogni gusto fatto con latte di capra.

#15 Greed | + 9

Via Cernaia, 28 – Frascati RM

Ormai sono solide le radici di Dario Rossi in quel di Frascati, dopo gli anni romani che ce lo hanno fatto conoscere.

L’aria dei colli gli ha fatto bene, tanto che oggi è diventato una celebrità mediatica, ospite di televisioni, radio, eventi dove con piglio impenitente spinge sull’acceleratore del chilometro zero in gelateria.

Visto che è considerato uno specialista del gelato gastronomico, e che trovandovi a Frascati un assaggio di Cacio e pepe non può mancare, stupitevi di quanto possa essere buono un gelato all’insalata con con olio extra vergine del frantoio Orsini, fatto con lattuga romana biodinamica.

Sorpresi? Ma guardate che il trionfo della biodiversità di Greed prevende ingredienti come basilico, pecorino stagionato in grotta, fiori di zucca e alici, per dire.

#14 La Gourmandise | – 1

Via Felice Cavallotti, 36b – Roma RM

Capitava ai tempi delle grandi gelaterie romane di seconda generazione, tipo il San Crispino dei fratelli Alongi, che vigesse il divieto e anzi lo stigma del cono, con la sola coppetta consentita. Spiegazione ufficiale?

Nulla deve deviare l’attenzione dell’avventore dai gusti estremi del gelato, che nel caso de La Gourmandise di Dario Benelli –moderno censore del cono– sono fatti con il latte di capra.

Nonostante una faccia da commedia dell’arte e tanto puntiglio, dobbiamo dare credito al profeta della coppetta di Monteverde? (Giammai! O cono, o dieta stretta senza gelato).

Vedete voialtri. Noi ci limitiamo a segnalare esiti superlativi nei classici di Benelli: Crema allo zafferano e noci, i numerosi cioccolati con gradazioni in scala dal 64 al 100%, la Fragolina di Nemi, la Cheesecake rivisitata con tomino di Vallecervo.

#13 Capolinea | – 10

Viale Ettore Simonazzi, 14 – Reggio Emilia RE

Si va dunque in questa gelateria vincente –nel senso di prima nella classifica di Dissapore, anno di grazia 2016– si passa dai vialoni irredemibili di Reggio Emilia, giù fino a Via Ettore Simonazzi dove le mappe di Google si confondono sempre.

Si va a provare il piacere del gelato di Simone De Feo, che a suon di barba da party people, recenti frequentazioni modaiole e un libro appena uscito, sta diventando una star mediatica.

Benediciamolo comunque, che sia il De Feo fuori dagli schemi del gelato al Burro con le alici o quello più universale del Sorbetto al limone sfusato di Amalfi ad accoglierci, come faranno le latterie Podere Giardino e le aziende agricole Leoni dei dintorni, così come intolleranti e vegani verso cui il gelatiere con la barba mostra tanta attenzione.

E la sera che cala nel piccolo dehors porta in dote –oltre ai radical chic dalla mid Padania che chiacchierano di artisti, buskers, pilates e gallerie d’arte– i gusti “Essenziali”, con soli 4 ingredienti di base: panna, tuorlo d’uovo, zucchero di canna e latte. Provateli!

#12 Claudio Torcè | Rientrata

Viale dell’Aeronautica, 105 – Roma RM

 

Eccolo qui, Claudio Torcè, celebre nella Gelato Valley capitolina per esserne l’iniziatore, il maestro dei nomi più noti e il fallimento (questa cosa in senso figurato).

Correva l’anno 2003, e la gelateria di viale dell’Aeronautica segnava un punto di non ritorno con la sfida dei 100 gusti (che non sono mai stati 100, ma 25/30 a rotazione), e la lucida follia del gelato gastronomico prima ancora che chiunque altro potesse immaginarlo.

Poi i punti vendita si sono moltiplicati, folgorato dalla sindrome di Berlusconi neanche il gelatiere dell’Eur sapeva più quanti fossero. 7 o forse 8, magari 10, chissà. Quello, chiaramente, non si poteva più chiamare gelato artigianale. Ma era il problema minore, a stretto giro è arrivato qualche guaio finanziario.

Torcè è da poco ripartito sempre nella bottega di viale dell’Aeronautica. Dal nuovo gelato ha levato zucchero bianco e lattosio. L’apparato digerente ringrazia, e insieme il palato, perché anche con fruttosio, latte e panna, sapendo perfettamente come cesellarli, si ottengono risultati strepitosi.

Gusti da scegliere? Rischiamo di fare notte. Nocciola, la serie dei cioccolati in purezza, abbinamenti estemporanei ma riusciti come Banana e pinoli o Fragole e zenzero, una versione personale della Nutella che potrebbe far storcere il naso ai puristi ma, averne.

Buone notizie dall’Eur: Claudio Torcè invecchia bene, con tanto di belle rughe sartoriali su una faccia à la Jean Paul Belmondo.

#11 Golosi di Natura | – 3

Via Vittorio Emanuele, 22 – Gazzo PD

Se lo litigano come formatore, Antonio Mezzalira. Forse è perché considera i piccoli gelatieri che prende in consegna uno spaccato di futuro, per capire come il futuro sta cambiando.

Gli riescono mezzi miracoli anche nella veste di gelatiere, che poi è quella che ci interessa, come certi gusti con un physique du rôle stratosferico (inteso come struttura, perfettamente cremosa). È il caso del fotografato Sunset Boulevard, sorbetto con melonelime e bacche di vaniglia Tahiti. 

Superano il test del palato anche i numerosi gelati vegan friendly e senza latte, specie SweetCream: crema all’uovo con latte di riso, meringhe e salsa alla fragola.

Per provarlo, insieme ai gusti classici e un fiorire di divagazioni come il Prosecco, dovete spingervi nella campagna veneta di Gazzo Padovano, perché un grande gelatiere oggigiorno non è tale se non ha bottega “in culo al mondo” (cit.).

Visto che siete arrivati fin qui, è chiaro che vi interessa anche l’appuntamento di domani. Non perdetelo dunque, vi aspettiamo su Dissapore per scoprire le posizioni principali, quelle che vanno dal numero 10 al numero 1.