Costruendo un serio itinerario del brunch nazionale

Eh, lo sapevo che i lettori di Dissapore m’avrebbero dato gran soddisfazione. Quando settimana scorsa, sparlando di Storie di brunch, il libro del cuochetto Simone Rugiati, segnalavo la fondamentale inutilità del brunch, “combinazione di due parole (breakfast e lunch) ideata da un copy americano in acido”, a qualcuno– uno, due, tre, è venuta la voglia compulsiva, quasi sessuale, di difenderlo. Nato a New York negli anni ’70, il brunch, pasto a metà tra la colazione e il pranzo tipico della domenica, ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità un decennio fa, in particolare a Milano. Posso concedere che, senza mai essere diventato un fenomeno di costume, si adatta al ritmo pigro dei giorni di festa e in qualche caso, pochi a dire il vero, merita gastrofanatico rispetto come alternativa light alle abboffate domenicali.

Comunque, una volta rilevata la voglia di brunch tra i suoi lettori, Dissapore aveva un preciso dovere morale: trovare i brunch nazionali più risolutivi, punto e accapo. Solo che, non essendo un fan del genere, praticamente si è fermato a Roma e Milano (con l’eccezione di Napoli). Questo significa una sola cosa, per costruire un serio itinerario del brunch nazionale, ho disperatamente bisogno dei vostri consigli. Ho detto “serio itinerario”, astenersi perditempo.

Per gastrofanatici, Milano/Roma. Obbligatorio provare il Four Seasons di Milano con il percorso diviso in isole dallo chef Sergio Mei: salumi, formaggi, pesce (crudo o affumicato), e poi uova, insalate. Ma anche cose infinitamente meno mortificanti tipo la Chocolate Room, che mantiene le allettanti promesse con ogni tipo di dolce al cacao. Si pagano 70 euro per entrare, 35 per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Qui c’è un bel video del sito Viaggiatore Gourmet. Occhio, sto per consigliarvi Filippo LaMantia, non vogliateme, okay? Se gradite cous cous, caponate, arancini, cassate e in genere la cucina siciliana, il corrispondente romano del Four Seasons potrebbe essere l’hotel Majestic di Via Veneto, dove il buffet allestito ogni domenica dallo chef dei vips costa 38 euro, vini inclusi. Nel roof del Palazzo delle Esposizioni a Roma c’è l’Open Colonna, un grande spazio aperto dove convivono bar, alta cucina, low-cost e ovviamente brunch. A garantire il livello del buffet che costa 28 euro, c’è l’istrionico Antonello Colonna, chef dal passato illustre alla Porta Rossa di Labico.

Per amanti del brunch americano, Roma/Milano. Da brava città cosmopolita, Roma offre anche il vero brunch all’americana: pancake e sciroppo d’acero, quiche alle verdure, insalate russe, uova strapazzate con pancetta, piccoli muffin, cupkake, pane biscottato. Capita ogni domenica da Sweety Rome in via Milano 48, nel rione Monti. I turni sono due, dalle 12:00 alle 13.45, e dalle 14.00 alle 15.30. Non esiste servizio al tavolo, ma dire che il personale è organizzato significa fargli torto, il buffet costa 18 Euro.
Disegnato dagli stessi architetti del ristorante giapponese Mizu, il Nuvò, in via Cirillo 1 a Milano, niente sito, è un ambiente luminoso e moderno (rovere, pietra chiara e metallo) con arredi e accessori d’epoca. Ogni domenica dalle 12:30 alle 15 propone un menù alla carta a 20/25 euro, con molti piatti del classico brunch americano (pollo alla griglia, crostoni con la pancetta, Caesar Salad) e uno a 13 euro per i bambini.

Il brunch biologico, Roma. Siamo nella centralissima Piazza Pietra, il Salotto 42 è un posto abbastanza unico, un po’ salotto, un po’ bar, un po’ libreria. Ambiente gradevole dove, anche se non tutti i romani lo sanno, sabato e domenica fino alle 15 viene servito un gradevole brunch a base di prodotti biologici. Le insalate dominano, insieme a cous cous, farro, pita, e centrifughe perfette. Da qualche settimana ci sono anche i dolci, da provare.

Il brunch mediterraneo, Napoli. Nel quartiere di Chiaia in un ambiente poco napoletano trovate Anhelo, un piccolo paradiso del caffè. Le migliori Arabica del Centro Ameica combinate con le raffinate Robuste indiane hanno dato vita al marchio del locale, che macinato e confezionato al momento si può anche comprare. La domenica dalle 11 alle 15 il brunch è leggero e d’impronta mediterranea. Crudité di verdure, cannoli salati al cacao con provola affumicata, uova strapazzate, mousse di latte di bufala con cioccolata bianca. Il prezzo è fisso: 15 euro.

[Fonti: Four Seasons, Viddler, Hotel Majestic, Open Colonna, Sweety Rome, Salotto 42, Ahnelo, immagini: Corriere Milano, Facebook, Anhelo]