A New York il salario minimo di un rider deve essere di 18 dollari l’ora

Il tribunale ha sentenziato che a New York il salario minimo dei rider è di 18 dollari l'ora, con buona pace delle aziende di food delivery che vedono fallire il loro secondo tentativo di bloccare tale legge

A New York il salario minimo di un rider deve essere di 18 dollari l’ora

Le aziende di food delivery Uber, DoorDash e Grubhub devono rassegnarsi: dovranno pagare i loro rider 18 dollari all’ora a New York. Questo perché per la seconda volta il tribunale ha rigettato la richiesta di queste aziende di bloccare la legge che impone il salario minimo dei rider.

I rider devono essere pagati, punto e basta

rider

C’è poco da fare: se la legge dice quello, le aziende di food delivery devono pagare quanto previsto. La legge sul salario minimo di New York è chiara: i rider del food delivery devono essere pagati minimo 17,96 dollari l’ora. Di più, ma non di meno. E questa cifra vanno aggiunte le mance. L’alternativa è quella di pagare quasi 50 centesimi al minuto.

La corte d’appello è stata lapidaria con la sua sentenza, respingendo tutti i tentativi di Uber, DoorDash e Grubhub di ribaltare la decisione di settembre di Nicholas Moyne, giudice ad interim della Corte Suprema di New York. Decisione che, oltre alla paga attuale, prevede di far salire fino a 20 dollari all’ora tale importo, entro il mese di aprile 2025.

Per il sindaco Eric Adams, questa sentenza è stata una vittoria per tutti i newyorkesi che lavorano, definendo poi tale decisione “un potente strumento per ritenere le app responsabili”. Fino a prima dell’entrata in vigore di tale legge, i rider della città guadagnavano in media circa 11 dollari all’ora, molto al di sotto del salario minimo cittadino di 15 dollari.

Il fatto è che spesso i rider vengono trattati alla stregua di lavoratori indipendenti e non come dipendenti dell’azienda, motivo per cui le aziende di food delivery ignorano le leggi sul salario minimo.

Starbucks taglia i ponti col Marocco per colpa della guerra fra Israele e Hamas? Starbucks taglia i ponti col Marocco per colpa della guerra fra Israele e Hamas?

Ovviamente tali aziende sono state alquanto infastidite dal vedersi respingere l’appello. Un portavoce di Uber ha dichiarato che tale decisione eliminerà posti di lavoro (che detta così suona quasi come una minaccia), scoraggerà le mance (molto probabilmente perché le aziende ricaricheranno questi costi aggiuntivi sul consumatore finale) e costringerà i rider ad andare più veloci e ad accettare più consegne.

Dal canto suo un portavoce di DoorDash è andato più sul generico e retorico, dichiarando che la triste verità è che la corte ha scelto di ignorare le conseguenze dannose che una legge del genere causerà (anche qui non vi sembra che aleggi un vago sentore di minaccia?). Inoltre ha sottolineato come la corte non sia riuscita a giustificare la sua decisione di “permettere alla città di scegliere vincitori e vinti nel modo in cui tale legge viene applicata”. Eh? Gli antani quando arrivano?

Ovviamente non si è tirato indietro neanche il portavoce di Grubhub che, forse più pragmaticamente, ha semplicemente detto che sono delusi dalla decisione del giudice e che stanno valutando i prossimi passi da fare.

Già una prima volta Uber, DoorDash e Grubhub avevano provato a bloccare tale legge, sostenendo che la norma non teneva conto di come funziona il settore del food delivery. Le aziende, insieme anche a Relay Delivery, avevano spiegato che tale legge li costringerà a ridurre le aree di servizio per poter assorbire i nuovi costi di manodopera, cagionando così un danni a clienti e ristoranti.

Bisognerà ora vedere se le aziende faranno un nuovo ricorso. Ma nel frattempo tocca che aumentino gli stipendi ai rider.