Il suolo coltivabile – croce e delizia dell’agricoltura. Si tratta, naturalmente, di un elemento imprescindibile della pratica agricola, ma allo stesso tempo rappresenta un coacervo di problemi che necessitano di soluzioni rapide e concrete: basti pensare, dando un’occhiata al report sul consumo di suolo pubblicato il 26 Luglio 2022 da ISPRA, che nell’ultimo decennio la nostra Penisola ha perso 4,2 milioni di ettari di prodotti agricoli a causa del consumo dello stesso suolo; oppure al fatto che l‘inquinamento della terra sia di fatto peggiore di quello degli oceani. Un terzo indizio – caso mai ce ne fosse ancora bisogno – ci è fornito da un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Sustainability che racconta come, nel contesto della sola Europa, quasi il 40% del suolo coltivabile è a rischio di erosione.
Più precisamente, dati alla mano, è emerso che dei circa 110 milioni ettari di terra coltivabile nel Vecchio Continente almeno 3 milioni sono a rischio di erosione a causa di un singolo fattore causale, 15,6 milioni ettari sono a rischio per la presenza di due fattori di erosione e 0,81 milioni ettari per la presenza di tre o più fattori. Importante notare, per di più, che altri 3,2 milioni di ettari sono particolarmente suscettibili a un aumento dell’erosione determinata da inondazioni e siccità – due fenomeni climatici che hanno macchiato l’intero corso del 2022.
“Un suolo sano è alla base dell’agricoltura” hanno commentato a tal proposito gli autori della ricerca, tra cui Pasquale Borrelli dell’Università degli Studi Roma Tre. ” I cambiamenti nella qualità del suolo influiscono sulla fornitura di importanti servizi, compresi la fornitura di cibo, l’approvvigionamento idrico, il sequestro del carbonio e il mantenimento di un importante pool genetico microbico da cui estraiamo risorse biomediche, tra gli altri”.
Il problema, tuttavia, è ben più profondo di un mero (ma comunque preoccupante) calo alla produttività: l’erosione del suolo va infatti a ridurne la stabilità e ad alterarne la struttura, diminuendo allo stesso tempo la sua capacità di ritenzione idrica – e appena una manciata di righe fa abbiamo giusto accennato alle simpatiche interazioni climatiche che sempre più frequentemente imperversano sul territorio. La speranza degli studiosi è che le loro stime possano servire “come base per lo sviluppo di una rete di monitoraggio efficiente e a diversi livelli che possa guidare le strategie di mitigazione dei fenomeni di erosione nell’ambito della politica agricola comune europea 2023-2027″.