Agricoltura: l’Europa stanzia 264 milioni per aiutare una transizione sostenibile

La nuova Politica Agricola Comune entrerà in vigore il 1° gennaio 2023 con l'obiettivo di favorire la transizione verso un'agricoltura più sostenibile.

Agricoltura: l’Europa stanzia 264 milioni per aiutare una transizione sostenibile

Una sola parola d’ordine per declinare l’agricoltura alle sfide del futuro – la sostenibilità. Eh, peccato che sia più facile a dirsi che a farsi; anche perché, dati alla mano, i rapporti più recenti raccontano una storia decisamente diversa, più sporca e macchiata dalla colpevolezza. In altre parole – le multinazionali agricole devono fare di più (molto di più, a dire il vero) per salvare un pianeta che, senza falsi allarmismi, potremmo definire malato. In questo contesto, la nuova Politica Agricola Comune – che entrerà in vigore il primo gennaio dell’anno prossimo – potrebbe rappresentare un’occasione concreta per avviare in maniera efficace l’effettiva transizione verso un settore agricolo sostenibile e resiliente.

La nuova Politica Agricola Comune: ecco i dettagli

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Sul piatto ci sono ben 264 miliardi di euro in finanziamenti europei, il cui obiettivo – come già anticipato – è quello di accompagnare gli agricoltori del Vecchio Continente verso una vera e propria rivoluzione del settore. Importante notare, rimanendo in questo contesto, che gli altri programmi che rientrano nel mandato della PAC ma che di fatto si trovano al di fuori dei piani strategici delineati dalla stessa (come il programma POSEI o i programmi di promozione) beneficeranno invece di un finanziamento aggiuntivo di 6 miliardi di euro.

L’obiettivo chiave al quale i piani strategici delineati dai singoli Paesi membri, come abbiamo ampiamente accennato, sono il reddito agricolo sostenibile e la resilienza del settore nella sua integrità. Diamo una veloce occhiata ad alcuni esempi delle forme di supporto fornite, stando a quanto pubblicato sul sito ufficiale della Commissione europea:

  • Quasi 20 miliardi di euro di sostegno al reddito di base saranno distribuiti ogni anno agli agricoltori ammissibili; ma è importante notare che tale sostegno sarà subordinato all’applicazione da parte degli agricoltori di standard di base rafforzati per buone condizioni agricole e ambientali (BCAA). Si prevede che le BCAA andranno a coprire quasi il 90% dei terreni agricoli dell’UE;
  • Le piccole e medie aziende agricole nei 25 paesi dell’UE riceveranno un sostegno al reddito più elevato grazie a un pagamento ridistributivo pari al 10,6% di tutti i pagamenti diretti (circa 4 miliardi di euro l’anno, più del doppio di quanto previsto dall’attuale PAC);
  • Per aiutare gli agricoltori ad affrontare le crisi, il 15% delle aziende agricole dell’UE riceverà sostegno per sottoscrivere premi assicurativi, partecipare a fondi di mutualizzazione o ad altri strumenti di gestione del rischio.

Gli obiettivi verdi della nuova PAC

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Niente più comode riverniciature verdi: grazie all’introduzione della cosiddetta clausola “no backsliding” i singoli Stati membri saranno tenuti a dimostrare una “maggiore ambizione” nei loro piani inerenti alla Politica Agricola Comune – una nota che, rafforzata dal fatto che tre obiettivi specifici su dieci riguardano direttamente l’ambiente e il clima, fa sì che la nuova PAC sia la più ambiziosa di sempre dal punto di vista ambientale e climatico.

  • Sulla base dei nuovi obblighi per gli agricoltori, la rotazione delle colture è prevista su circa l’85% del suolo atto ad agricoltura: in questo caso l’obiettivo è quello di interrompere i cicli di parassiti e malattie e quindi a ridurre l’uso e il rischio dei pesticidi. Importante notare, in questo caso, che oltre il 26% dei terreni agricoli dell’UE riceverà sostegno per l’adozione della lotta integrata ai parassiti e l’utilizzo di metodi non chimici per il controllo dei parassiti o l’agricoltura di precisione;
  • Il sostegno della PAC alla produzione biologica nel 2027 sarà quasi raddoppiato rispetto alla superficie finanziata nel 2018.

Non mancheranno, infine, forme di supporto alle zone rurali per tamponare il fenomeno dello spopolamento e migliorare allo stesso l’accesso ai servizi di base, le opportunità di occupazione e una migliore connettività sociale complessiva. In altre parole, il terzo grande blocco della PAC punterà a investire nel tessuto sociale ed economico delle zone rurali del Vecchio Continente.