Pesticidi: in Europa il 30% sono autorizzati senza una valutazione definitiva del rischio

In Europa l'autorizzazione di un pesticida su tre viene regolarmente prorogata senza una valutazione definitiva del rischio.

Pesticidi: in Europa il 30% sono autorizzati senza una valutazione definitiva del rischio

L’aria di campagna? Non è così pulita come ci piacerebbe credere. L’allarme arriva da FoodWatch, ente internazionale che monitora le questioni agroalimentari realizzando inchieste e petizioni, che ha preso in esame i pesticidi regolarmente utilizzati nel contesto del Vecchio Continente traendone conclusioni decisamente inquietanti. In poche parole, circa un prodotto su tre di quelli attualmente autorizzati in Europa vengono prorogati in maniera regolare senza una valutazione definitiva del loro rischio. L’esempio più lampante, certamente noto a chi ha seguito la vicenda scoppiata nei mesi scorsi, è quello del glifosato; un erbicida di recente analizzato dalla comunità scientifica in quanto ritenuto potenzialmente cancerogeno.

Pesticidi tossici: glifosato & friends

Spargimento di pesticidi su un campo agricolo

Giusto per fornirvi un poco di contesto: la scadenza per il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato sul territorio europeo è scaduto il 15 dicembre di quest’anno, ma attualmente le pratiche sono bloccate perché i singoli Stati membri non riescono a raggiungere la maggioranza per determinare se rinnovare o meno l’approvazione al suo impiego. Le autorità comunitarie, evidentemente innervosite da questo stallo, hanno deciso di concedere alla sostanza in questione un anno di licenza extra, con l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa per gli amici) che nel frattempo dovrebbe redigere il suo parere ufficiale entro il mese di luglio 2023.

La situazione, come potrete avere intuito, è piuttosto particolare: a “bloccare” gli ingranaggi della burocrazia, in questo caso, è l’enorme mole di commenti e pareri scientifici (sovente contrastanti) che hanno, per l’appunto, preso in esame le conseguenze e la nocività del glifosato. Qualche esempio: l‘European Chemicals Agency sostiene che non sia cancerogeno (ma, ahinoi, può causare cecità ed è tossico per gli organismi acquatici – un sacrificio che siamo pronti a compiere, no?); uno studio pubblicato sulla rivista Science prova che la sostanza è altamente nociva per le api selvatiche; un terzo studio fa marcia indietro sul primo e dice che è tutto vero, il glifosato è effettivamente cancerogeno. Un gran casino.

Ebbene, stando al rapporto di FoodWatch il caso dell’erbicida non è affatto isolato: come anticipato il 30% dei pesticidi attualmente autorizzati continuano a essere prorogati senza una valutazione del rischio. Di nuovo, buttiamoci in qualche esempio: c’è il flufenacet, che ha ottenuto la proroga nel 2012, utilizzato nel Fedor e in grado, secondo diversi e recenti studi scientifici, di contaminare le acque sotterranee; o la deltametrina, pericoloso insetticida che paralizza gli insetti e tuttora utilizzato ad ampio raggio. Il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in questo caso, è che si tratti di una sostanza “moderatamente tossica”, e le stesse autorità europee l’hanno dichiarata “candidata alla sostituzione”.

Insomma, ci sono lagune e zone d’ombra in cui, fondamentalmente, i pesticidi tossici ci sguazzano tranquillamente. Alla luce di quanto svelato l‘Organizzazione europea dei consumatori (Beuc) ha chiesto una revisione completa delle procedure al fine di organizzare un ritiro immediato dal mercato di qualsiasi pesticida prorogato senza una rivalutazione definitiva dell’Efsa: staremo a vedere nelle prossime puntate.