Agricoltura: l’Italia non ha ancora recepito le direttive UE contro le pratiche sleali

Parlando di agricoltura, l'Italia non ha ancora recepito le direttive UE contro le pratiche sleali (con conseguente procedura di infrazione).

Agricoltura: l’Italia non ha ancora recepito le direttive UE contro le pratiche sleali

Se per la pesca si parla di come investire i fondi per la Transizione blu, ecco che per quanto riguarda l’agricoltura non arriva una buona notizia: l’Italia, infatti, non ha ancora recepito le direttive UE contro le pratiche sleali.

E questo vuol dire che l’Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro il nostro paese. Il fatto è che la Commissione europea ha da poco pubblicato il suo primo rapporto in merito all’applicazione delle direttive contro le pratiche commerciali sleali nel settore dell’agroalimentare.

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Da questo report salta fuori il fatto che l’Italia è fra gli undici paesi al mondo che non hanno ancora recepito le direttive UE contro le pratiche sleali: i paesi dell’Unione Europea avevano tempo fino a maggio 2021 per farlo. Tuttavia undici paesi, fra cui anche Italia e Spagna, stanno procedendo a rilento nell’adeguarsi alle richieste dell’UE. Ed ecco che, per tale motivo, l’Italia, così come la Spagna, attualmente è in piena procedura di infrazione.

C’è da dire che la maggior parte dei paesi che, invece, hanno ottemperato in tempo alle richieste dell’UE, hanno deciso di applicare norme ancora più severe rispetto a quelle stabilite da Bruxelles.

Per esempio, hanno individuato quali fossero le autorità amministrative adatte per l’applicazione di tali direttive. Inoltre hanno anche stabilito quali fossero le sanzioni per chi utilizza pratiche sleali come:

  • pagamenti ritardati
  • cancellazioni di ordini per prodotti deperibili fatte all’ultimo minuto
  • assenza di chiarezza sulle condizioni di fornitura di prodotti che poi vengono messi in promozione