Agricoltura, perfino la Cei condanna le scelte “di investire in armi” e non nell’attività agricola

Il messaggio della Conferenza episcopale italiana si è concentrato sulle ingiustizie e il rispetto dell'ambiente in agricoltura.

Agricoltura, perfino la Cei condanna le scelte “di investire in armi” e non nell’attività agricola

Le decisioni di investire in armi anziché in agricoltura sono state frutto di “scelte assurde”: questo il sunto di quanto affermato dai vescovi italiani nel messaggio della Conferenza episcopale italiana (Cei) in occasione della settantaduesima Giornata Nazionale del Ringraziamento – messaggio che di fatto ha posto l’accento su come, all’interno della filiera agricola, si infiltra “un agire che crea grandi squilibri economici, sociali e ambientali”. Si tratta a tutti gli effetti di una chiara stoccata alle cosiddette agromafie, che di fatto stanno avvelenando il settore facendolo scivolare verso l’economia sommersa (o, in altre parole, il caporalato e il lavoro in nero).

Il testo in questione elenca “il riciclaggio di denaro sporco o l’inquinamento dei terreni” come esempi di degrado, e punta il dito contro qui comportamenti che di fatto minacciano “la qualità del cibo prodotto e i diritti dei lavoratori coinvolti nella produzione”. I vescovi italiani si affidano poi a un’immagine biblica per spiegare al meglio la relazione fondamentale tra la cura dell’ambiente e la giustizia: “La terra è creata ed affidata all’umanità come un giardino” ed è “compito degli uomini di esserne i custodi e i coltivatori, con la responsabilità di trasmetterlo alle generazioni future”. Poi uno sguardo speranzoso verso il futuro: l’ingiustizia che calpesta la dignità dell’uomo “è destinata ad essere sconfitta” grazie soprattutto a chi trova il coraggio di denunciare e testimoniare contro ciò che è sbagliato. “Una testimonianza così preziosa vale tantissimo: arricchisce il tessuto relazionale di un territorio e forma coscienze libere” conclude il testo. “Non ha prezzo un’economia che si alimenta di giustizia e trasparenza”.