Agricoltura, riprende la compravendita di terreni e vigneti (+30%), ma l’inflazione preoccupa

Dopo il lungo letargo dovuto alla pandemia la compravendita di terreni destinati all'agricoltura e vigneti è ripartita a pieno ritmo.

Agricoltura, riprende la compravendita di terreni e vigneti (+30%), ma l’inflazione preoccupa

Il mercato fondiario si è svegliato da un letargo durato una pandemia intera: secondo il più recente rapporto redatto dal Crea, il Consiglio per la ricerca e analisi dell’economia agraria, la compravendita di terreni destinati all’agricoltura o di vigneti si sono riprese del 30% con più di 150 mila atti registrati. Una buona ripresa considerando il sopracitato crollo determinato dall’imperversare del Covid, che di fatto aveva fatto crollare le contrattazioni del 12% su base annua: una ripresa accompagnata, per di più, da un lieve aumento (+1,1%) del prezzo della terra, trainato in particolar modo dalla circoscrizione del Nord Ovest (+2%), del Nord Est (+1,2%) e delle zone di pianura sparpagliate sul territorio nazionale.

La grande preoccupazione, in questo contesto, riguarda però il tasso di inflazione, aumentato dell’1,9% nel corso del 2021, che di fatto fa arretrare considerevolmente il prezzo della terra in termini prettamente reali: al di là di questo ostacolo, tuttavia, i terreni più richiesti si confermano (ancora una volta) quelli inseriti in un contesto ricco di prospettive di successo commerciale e soprattutto circondati da infrastrutture moderne ed efficaci; come Barolo, Alto Adige, Valdobbiadene, Montalcino e Bolgheri. Nello specifico, per un singolo ettaro a Barolo il prezzo oscilla da un minimo di 200 mila euro a un massimo di un milione e mezzo; mentre a Valdobbiadene da 300 mila a 600 mila, in Alto Adige da 440 mila a 800 (specialmente nella zona del Lago di Caldaro, ma si toccano picchi importanti – 500 mila – anche a nord di Trento, in Valle Isarco di Bressanone e Val Venosta), a Montalcino tra 250 e 700 mila euro e a Bolgheri, infine, tra 240 e 480 mila euro.