Agroalimentare, nel primo mese di guerra la produzione di cibo è cresciuta del 7%

Nel corso del primo mese di guerra la filiera dell'agroalimentare italiano ha messo a segno un aumento della produzione del 7%.

Agroalimentare, nel primo mese di guerra la produzione di cibo è cresciuta del 7%

È ormai risaputo che lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha innescato una serie di difficoltà nel piano dell’approvvigionamento alimentare globale: dai picchi raggiunti dal prezzo di grano e mais con annessa speculazione, al blocco delle esportazioni dei fertilizzanti, il mondo si trova minacciato dall’incombere di una crisi alimentare che rischia di travolgere in primis tutti i Paesi più poveri e vulnerabili. In questo contesto, occorre tuttavia sottolineare che il settore dell’agroalimentare italiano ha messo a segno una crescita della produzione su base annua del 7%, dando un chiaro segnale delle piene capacità della filiera di garantire l’approvvigionamento di cibo alla popolazione nonostante le difficoltà crescenti.

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È quanto emerge da un’analisi redatta dalla Coldiretti che sottolinea come, al di là del segnale positivo per lo Stivale, i dati in questione confermino l’importanza di investire nel settore. “Bisogna dunque intervenire a sostegno del settore per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare le aziende” spiega a tal proposito il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.