Alimenti: se i prezzi salgono del 40%, i consumatori non li compreranno più

Secondo un sondaggio inerente cibi e alimenti, i consumatori smetteranno di comprare i prodotti alimentari quando i prezzi saliranno in media del 40%.

Alimenti: se i prezzi salgono del 40%, i consumatori non li compreranno più

Torniamo a parlare di alimenti perché secondo un sondaggio organizzato dall’agenzia Ingredient Communications e condotto da SurveyGoo, i consumatori smetteranno di acquistare prodotti alimentari quando il loro prezzo originale salirà in media del 40%.

Il sondaggio ha coinvolto più di mille consumatori statunitensi e britannici. Il 94% dei partecipanti ha dichiarato di aver notato un aumento dei prezzi per la spesa alimentare nel corso dei tre mesi precedenti. Secondo il 79% del campione, la colpa è tutta da imputarsi ai problemi della catena di approvvigionamento, in primis la carenza di autisti (cosa che sta funestando il Regno Unito).

soldi

Così ecco che agli intervistati è stato chiesto di indicare quale fosse il punto in cui avrebbero smesso di acquistare una precisa selezione di alimenti, bevande e prodotti alimentari a causa dell’aumento dei prezzi.

Si è così visto che i consumatori erano maggiormente immuni agli aumenti di prezzo per i beni di prima necessità a basso costo. Per esempio, la categoria nella quale i consumatori erano meno sensibili al prezzo era quella del latte e dei latticini: questi potrebbero aumentare di prezzo in media fino al 65% prima che gli intervistati decidano di smettere di acquistarli. A seguire ci sono il pane con il 62% e le verdure fresche con il 60%.

Per contro, è stata notata una maggior resistenza all’aumento dei costi nelle categorie di prodotti alimentari con prezzi di partenza già alti. Un esempio è rappresentato dalle proteine in polvere: se il prezzo fosse aumentato del 17% in media, ecco che gli intervistati hanno dichiarato che avrebbero smesso di acquistarle. Per i probiotici il punto di rottura è un aumento del 23%, per gli integratori alimentari del 26& e per gli integratori di olio di pesce con Omega 3 è del 28%.

I risultati del sondaggio hanno anche sottolineato come i consumatori tendano maggiormente a guardarsi intorno per compensare l’impatto dell’aumento dei prezzi. Il 48% del campione ha dichiarato di essere passato a un marchio più economico nei tre mesi precedenti.

Richard Clarke, AD di Ingredient Communications, ha spiegato che per i prodotti di base, anche un aumento di prezzo percentuale elevato potrebbe configurarsi solamente in pochi centesimi in più, mentre un piccolo aumento percentuale su un prodotto premium potrebbe arrivare anche a qualche dollaro o sterlina.

Il problema, però, non è presente solo nei paesi anglosassoni: in tutta Europa l’inflazione, che era praticamente ferma da circa un decennio, è ora salita al 4,9%.