L’Amaretto di Gallarate procede imperterrito nel suo sogno di ottenere il marchio Igp. Tuttavia, per fare questo, redigere un disciplinare di produzione. Ecco che allora l’assore al Marketing territoriale, Francesca Caruso, ha convocato per dopo San Valentino i produttori del suddetto amaretto. Dovranno essere, infatti, proprio i produttori a fare richiesta per il marchio Igp. E toccherà sempre a loro scrivere il disciplinare di produzione ufficiale.
Amaretto di Gallarate: in vista il marchio Igp?
L’obiettivo dei pasticceri è chiaro: riuscire a ottenere il marchio europeo Igp, acronimo di Indicazione geografica protetta. Associandosi fra di loro, come prima cosa i produttori dovranno scrivere nero su bianco quello che sarà il disciplinare futuro, in modo da ottenerne l’approvazione.
Effettivamente per un prodotto, ottenere il marchio Igp, non è male per niente. Secondo il 18esimo report di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agroalimentare), ecco che proprio la Dop Economy, cioè quella riferita ai prodotti protetti da marchi europei, è un settore in crescita.
Nel 2020 la Dop Economy aveva raggiunto quota 16,9 miliardi in valore della produzione, con un export a 9,5 miliardi. Anche durante e dopo la pandemia, questo settore ha subito meno danni rispetto ad altri. Non bisogna poi dimenticare il fatto che l’Unione Europea stanzia di solito notevoli risorse per tali produttori. Nel 2017, per esempio, aveva messo in campo 140 milioni, nel 2018 177 milioni e nel 2019 191 milioni (dopo quella data non ci sono dati ufficiali).
Alla luce di tale opportunità ecco che l’assessore Francesca Caruso ha deciso di rivolgere un appello direttamente ai commercianti: la richiesta è che commercianti, produttori e pasticceri interessati all’Amaretto di Gallarate collaborino a questo progetto unendo le forse in modo da far ottenere il giusto riconoscimento a questa specialità locale. Inoltre il fatto di riuscire a ottenere il marchio Igp per l’Amaretto di Gallarate vorrebbe dire far conoscere anche la cittadina in tutto il mondo.
Sulla questione è intervenuto anche Alessandro Frisoli: insieme al dipartimento di Fratelli d’Italia ha partecipato all’iniziativa, sottolineando come questa sia da intendersi come “un’opportunità unica per i produttori”, vista anche la concreta possibilità di entrare a far parte dei mercati internazionali. Inoltre anche Frisoli ribadisce che questa vicenda avrà un ritorno di immagine per tutta la città.
Per questo motivo auspica che i produttori si rendano conto dell’importanza di questo progetto, visto anche che saranno sostenuti dall’amministrazione comunale guidata da Francesca Caruso. Adesso toccherà ai produttori locali darsi da fare per scrivere il disciplinare e mandare avanti la richiesta per ottenere il marchio Igp.
A proposito di Igp: anche il Giandujotto Torino potrebbe diventare Igp, il Piemonte ha approvato la richiesta.