Antonino Cannavacciuolo a C’è Posta Per Te regala cena a Villa Crespi e il suo libro a un nonno vedovo

Antonino Cannavacciuolo, ospite a C'è Posta Per Te, ha regalato il suo libro di cucina e una cena a Villa Crespi a un nonno vedovo. Che detta così suona tenerissima, ma...

Antonino Cannavacciuolo a C’è Posta Per Te regala cena a Villa Crespi e il suo libro a un nonno vedovo

A C’è Posta Per Te uno degli ospiti dell’ultima puntata è stato Antonino Cannavacciuolo. Lo chef, reduce da MasterChef Italia 11 (reduce si fa per dire, visto che comunque le puntate erano registrate, ma poco importa), è stato fra i protagonisti di una storia dove ha regalato una cena a Villa Crespi e il suo libro di cucina a un nonno vedovo, storia che ha commosso, come da copione, i fan del programma di Maria De Filippi.

Storia anche carina, ben raccontata, piena di buoni sentimenti così come si impone, ma che, a ben guardare, ha anche avuto qualcosa di leggermente stonato. Ma andiamo con ordine.

La storia in questione è quella di Dora, una ragazza che ha un ottimo rapporto col nonno Amedeo. La moglie di Amedeo, nonché nonna di Dora, è morta quando la ragazza aveva solo 15 anni: da allora è andata a vivere col nonno, rendendosi anche conto che la vita è una sola e non eterna.

Antonino Cannavacciuolo e Maria De Filippi

Quando nonno Amedeo ha aperto la busta di rito, ecco che Dora ha spiegato che sa benissimo quanto al nonno manchi la nonna, visto che manca anche a lei. Lo vede ogni giorno mentre va al cimitero a parlare con lei, però Dora vorrebbe che il nonno parlasse con lei di tutto ciò che pensa e prova in quanto la sua sofferenza e felicità sono anche le sue.

Fin qui tutto ok, una storia che sia reale o meno, che ci può stare, comune a molte persone.

Solo che la situazione si è fatta un pochino più cringe quando dalle scale dello studio, dopo l’apertura della busta, è sceso Antonino Cannavacciuolo. E un pensiero balza subito in testa: “Che ci azzecca? Il nonno era forse un ristoratore o uno chef? È fan di Antonino Cannavacciuolo?”. Ma non anticipiamo i tempi.

Antonino sottolinea che la storia di Dora e Amedeo è bellissima, Dora è una nipote speciale che vuole bene al nonno e quello che ha fatto è stata una cosa grandissima visto che al, giorno d’oggi, molti nonni sono soli.

Lo chef ha poi dichiarato che i due sono un esempio per tutta la nozione. Poi ha donato un pacchetto ad Amedeo: il regalo era, niente meno, che il suo ultimo libro di cucina. Il motivo per cui ha deciso di regalarglielo è che gli è stato detto che il piatto forte di Amedeo era la pasta e fagioli. In questo modo potrà allenarsi, con l’ausilio del segnalibro apposito per fare la spesa.

Ma la “sorpresa” di Cannavacciuolo non è finita qui: ha poi invitato Dora e nonno Amedeo a mangiare a Villa Crespi tutti insieme. E sottolinea che non dovranno preoccuparsi del viaggio: penseranno a tutto loro (anche per il conto, vero?). Come da manuale, il tutto è finito a baci, abbracci e lacrime, anche se avremmo preferito un finale con baci, abbracci, tarallucci e vino.

Ok, non fraintendeteci: tutti messaggi bellissimi e toccanti, la nipote e il nonno che si struggono per la mancanza della nonna, il dolore della perdita, il nonno che va al cimitero tutti i giorni… Sono cose che possono capitare a chiunque di noi. Quello che stona un pochino, però, è l’abbinamento fra questa storia e Antonino Cannavacciuolo. Cioè, Antonino è una bravissima persona, molto umana e tutto, ma torniamo alla domanda di prima: che ci azzecca in questa storia?

La motivazione relativa alla pasta e fagioli sembra un po’ troppo labile. Se Amedeo fosse stato un cuoco o un ristoratore ci poteva stare. O anche se nel corso della puntata fosse stata citata anche solo di sfuggita l’ammirazione del nonno o della nonna per Cannavacciuolo.

Però messo così questo abbinamento è sembrato un po’ forzato. Carino l’invito a Villa Crespi, inevitabile il regalo del libro di cucina di Cannavacciuolo (che odora vagamente di marketing, ma è forse solo una nostra impressione un po’ cinica), ma tutta la storia ha assunto alla fine un retrogusto un po’ grottesco: forse poteva essere gestita un po’ meglio.