Attilio Fontana: “Meglio in 4 al ristorante che 24 in casa”

Attilio Fontana, governatore della Lombardia, in un'intervista ha dichiarato che è meglio andare in 4 al ristorante che stare in 24 in casa. E invoca una libertà controllata.

Attilio Fontana: “Meglio in 4 al ristorante che 24 in casa”

Attilio Fontana, il governatore della Lombardia, in un’intervista rilasciata a Repubblica ha spiegato che è meglio andare in 4 al ristorante al posto di stare in 24 in casa. E chiede che si attui una libertà controllata.

Fontana ha sottolineato che rischiamo di essere sempre più vittime del Coronavirus: non dobbiamo inseguirlo, bensì anticiparlo. Ci sono dei comportamenti che lui definisce “inaccettabili” e che favoriscono il contagio. In questi casi bisogna prendere dei provvedimenti generalizzati. Mentre in altri casi bisogna intervenire con misure mirate per cercare di circoscrivere focolai locali.

Fontana ha poi commentato anche l’insistenza di Matteo Salvini nel voler riaprire i ristoranti di sera. Secondo Fontana non c’è niente di male, basta rispettare le regole. Secondo il governatore della Lombardia sono meglio quattro persone sedute a cena al ristorante, in un tavolo ben distanziate al posto degli assembramenti visti di fronte allo stadio di San Siro o che ci sono di sera fuori dai bar.

Il fatto è che la gente comincia a essere esasperata e finisce poi col ritrovarsi in casa magari in ventiquattro. Per questo motivo è meglio concedere una libertà controllata al posto di regole rigide che vengono violate senza che poi nessuno intervenga.

Fontana ha poi proseguito l’intervista parlando di una possibile ordinanza per mettere in zona arancione la provincia di Brescia: la decisione su quale sarà il destino di questi comuni dipenderà dalla risposta che riceverà dai tecnici di Roma. E parla anche della vaccinazione: sarà possibile finire in tempo se arriveranno i vaccini, c’è bisogno di più dosi. E si augura che venga dato anche alle imprese farmaceutiche lombarde il permesso di produrre il vaccino.

E ricorda che diversi mediatori si sono rivolti direttamente a lui per i vaccini, come accaduto in Veneto. Ma esattamente come fatto dal collega Luca Zaia, ha provveduto ad avvertire subito il commissario Arcuri.