Austin: chef usa ChatGPT per creare una ricetta, ma il risultato non convince

Uno chef di Austin, in Texas, ha provato a usare ChatGPT e l'intelligenza artificiale per creare una ricetta. Solo che il risultato non è stato entusiasmante: finché si tratta di dosi e numeri ok, ma il lato creatività lascia un po' a desiderare

Austin: chef usa ChatGPT per creare una ricetta, ma il risultato non convince

Lo chef in questione è Donald Mullikin, proprietario del food truck Bunboy di Austin. Lo chef ha deciso di provare a usare l’intelligenza artificiale di ChatGPT per creare una ricetta, più precisamente un yakitori accompagnato da un trio di salse. D’altra parte ormai l’IA la si sperimenta dappertutto, dunque perché non provarla anche in cucina? Solo che il risultato non è stato quello sperato.

Se infatti quando si parla di numeri e dosaggi, ChatGPT si è rivelato imbattibile, ecco che, prevedibilmente, sul lato creativo lascia alquanto a desiderare.

Austin: crea una ricetta con ChatGPT, ma il risultato non è quello sperato

bunboy menu

In realtà Mullikin già da un po’ sta usando ChatGPT per calcolare i costi e le spese inerenti il cibo del suo food truck. Questo perché ChatGPT è un ottimo strumento quando si parla di equazioni complesse. Lo chef ha spiegato che la matematica non è il suo pane quotidiano, quindi usa ChatGPT per tenere conto del costo degli ingredienti, per sapere quanto pesa una porzione e anche per effettuare analisi sulle prospettive di vendita settimanali.

Qui ChatGPT dà il suo meglio: gli fornisci i dati e lui ti fornisce il prezzo esatto per un piatto per coprire le spese e realizzare un margine di profitto standard. Fin qui tutto ok. Solo che Mullikin ha deciso di andare oltre: perché non usare l’IA per creare un piatto nuovo?

Quello che lo chef aveva in mente era di inserire nel menu del food truck un piatto di yakitori con tre salse: bacon, yuzu kosho e miso-dijon. Sapeva anche già che gli spiedini di pollo sarebbe stati grigliati su carbone binchotan e quali sarebbero state le tre salse. Così ha iniziato ad armeggiare con ChatGPT per dosare ingredieti, porzioni e ottenere un perfetto equilibrio dei sapori.

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Durante il processo, però, Mullikin si è accorto che a ChatGPT mancava un qualcosa che gli permettesse di creare un buon piatto. Per esempio, l’IA sembrava avere un’idea di base di cosa volesse significare il concetto di “equilibrio” in un piatto, solo che alla fine in tutto ciò che l’IA suggeriva sembra mancare il sale. È toccato dunque allo chef aggiustare ogni volta il piatto.

Bunboy ha deciso di inserire nel menu il nuovo piatto di yakitori che, ad essere onesti, è stato gradito dai clienti visto che è andato esaurito dopo solo due giorni. Quindi tecnicamente ChatGPT ha fatto il suo lavoro. Nonostante ciò, però, Mullikin ha deciso che non userà più l’IA per ideare nuove ricette. Per quanto riguarda conteggi e compiti amministrativi, è perfetto, ma sul lato creatività c’è ancora molto da fare.

Mullikin ha poi fatto un altro esperimento. La sua idea era quella di chiedere all’IA di provare a imitare gli stili di chef famosi. Gli ha così chiesto di emulare la cucina di David Chang. Solo che il programma non è riuscito a fare neanche questo visto che non è in grado di prendere i classici food comfort e renderli in qualche modo giocosi e nostalgici, elemento essenziale della cucina di Chang.