Australia: produttori di vino in rivolta, l’Europa potrebbe non permettergli più di usare il termine Prosecco

Continua la guerra fra Australia e Europa per il termine Prosecco: forse ne verrà vietato l'uso in Oceania, cosa che ha fatto arrabbiare i produttori di vino.

Australia: produttori di vino in rivolta, l’Europa potrebbe non permettergli più di usare il termine Prosecco

Prosegue inesorabile la battaglia fra Australia e Europa per l’uso del termine Prosecco: l’UE non vuole che l’Australia usi il nome “Prosecco” per i suoi vini, cosa che ha fatto infuriare i produttori di vino locali. E pensare che nella King Valley della zona di Victoria c’è anche una Prosecco Road, visto che quella regione vinicola è diventata famosa proprio per questa varietà.

Prosecco australiano sì o no?

australia

Nel 1999 i primi vitigni di questo tipo vennero piantati in Australia nei pendii sopra al fiume King da Otto Dal Zotto, un immigrato italiano proveniente da Valdobbiadene. Quando si iniziò a coltivare questo vitigno sul suolo australiano, nessuno sapeva cosa fosse il Prosecco.

Così i produttori vinicoli della zona continuarono a far crescere i loro vitigni, producendo il Prosecco locale e investendoci anche parecchio, tanto che questo settore ha un valore di 205 milioni di dollari l’anno.

Tuttavia, il lavoro svolto finora, potrebbe essere gettato alle ortiche in quanto l’Europa sta cercando di vietare ai produttori australiani di utilizzare il nome di questa varietà: se l’Europa avrà la meglio, i coltivatori australiani non potrebbero più chiamare Prosecco il loro vino.

Nulla è ancora certo: gli accordi di libero scambio Australia-UE sono ancora in corso di negoziazione. Però i coltivatori della zona sono tristi e arrabbiati. Lo stesso Dal Zotto ha dichiarato di essere amareggiato in quanto tutto quello che stanno facendo è tentare di condividere il Prosecco con i consumatori australiani.

Secondo Dean Carroll, l’AD di Brown Brothers, il più grande produttore australiano di Prosecco, una decisione a sfavore dell’Australia sarebbe devastante per il settore, soprattutto considerando quanto i viticoltori australiani hanno investito nel corso dell’ultimo decennio.

Dove ricominciare tutto da zero, promuovendo qualcosa di sconosciuto, avrebbe un impatto negativo anche sul turismo e sui posti di lavoro. Ma l’Europa continua nella sua crociata e ha chiesto la protezione del Prosecco come indicazione geografica all’interno degli accordi sul vino Australia-UE entrato in vigore nel 2010.

Intanto in Australia, Lee McLean, amministratore delegato di Australian Grape and Wine, ha fatto notare che, mentre lo champagne è sempre stato riferito a una regione della Francia, il Prosecco è diventato il nome di una varietà di uva in Italia e in tutto il mondo dal 2009. Solamente in quest’anno, infatti, l’Italia ha deciso di creare la regione del Prosecco, cambiando nome al vitigno.

Il problema è che, un po’ in tutto il mondo, molti produttori usavano il nome del suddetto vitigno in buona fede, molto prima che gli italiani prendessero quella decisione. E secondo McLean, la presa di posizione dell’Europa è dovuta solamente al fatto di voler proteggere i produttori italiani dalla concorrenza.

Nel frattempo, ricordiamo che il “Prosecco australiano” non potrà più essere importato in Nuova Zelanda.