Bar di Bologna costretto a chiudere: non trova baristi a 1.300 euro

Un bar di Bologna ha annunciato di essere costretto a chiudere: non riesce a trovare baristi a 1.300 euro. Anzi: nessuno risponde neanche all'annuncio.

Bar di Bologna costretto a chiudere: non trova baristi a 1.300 euro

Non solo i ristoranti, anche i bar faticano a trovare personale. È il caso di un bar di Bologna: il titolare ha annunciato che sarà costretto a chiudere i battenti in quanto non riesce a trovare baristi a 1.300 euro. Anzi: pare che nessuno risponda neanche all’annuncio.

I titolari hanno spiegato che offrono circa 1.300 euro al mese per 40 ore a settimana (se netti o lordi non è dato saperlo), con possibilità di assunzione con contratto da barista di quinto livello secondo il contratto collettivo nazionale. Il locale in questione è il bar Terzi di piazza Aldrovandi a Bologna: come molte altre attività del settore della ristorazione, non riesce assolutamente a trovare personale, tanto che ormai il chiosco è chiuso da un mese.

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I titolari spiegano che da quando hanno appeso il cartello una settimana fa, hanno avuto solo una richiesta di appuntamento da parte di una persona che poi non si è neanche presentata. Hanno anche ricevuto qualche telefonata, ma nessuna da parte di baristi esperti. Le uniche telefonate ricevute sono di persone che hanno fatto il barista per un paio di mesi, ma qualche tempo fa.

Così i titolari sono stati costretti a tirare giù la serranda, appendendo il cartello “Chiuso per mancanza di personale, ma se sei barista e vuoi lavorare chiama, così potremo riaprire”. Al momento i titolari sono riusciti a tenere aperto solamente il loro secondo locale in centro, un altro bar sito in via Oberdan.

I titolari spiegano che alcuni candidati chiedono di avere libero il weekend, mentre altri vorrebbero lavorare part time solo per 5-6 ore a settimana, magari in nero, per arrotondare la disoccupazione o il reddito di cittadinanza.

Ma il problema è proprio davvero tutto qui? Non proprio: secondo Paolo Montalti, segretario generale della Filcams-Cgil dell’Emilia-Romagna, ha spiegato che in realtà, secondo i dati provenienti dall’ispettorato nazionale del lavoro, nel settore circa il 70% delle attività presenta comunque delle irregolarità:

  • contratti non applicati regolarmente
  • non corretto pagamento delle ore di lavoro realmente effettuate
  • mancato pagamento degli straordinari
  • mancato rispetto delle condizioni prefissate

Secondo Montalti potrebbe essere per questo che molti ristoranti e bar non trovano personale. Secondo Montalti, poi, a causa della pandemia molte oersone si sono accorte che dalla vita vogliono altro e hanno fatto diverse scelte di vita (considerando che molti lavoratori della ristorazione sono stati lasciati a casa durante la pandemia e hanno dovuto riorganizzare la propria vita e trovare altri lavori per sostentarsi).