Bar e ristoranti a corto di liquidità: affitti a rischio

Sono tanti i titolari di ristoranti e bar che rischiano di non avere liquidità per pagare l'affitto del loro locale, soprattutto chi non è riuscito a tamponare le perdite con servizi a domicilio.

Bar e ristoranti a corto di liquidità: affitti a rischio

Ristoranti e bar sono chiaramente tra le attività più colpite dal lockdown per contenere la diffusione del coronavirus, e se alcuni sono riusciti in qualche modo a tamponare le perdite con servizi a domicilio ci sono moltissimi titolari che non hanno liquidità a sufficienza per poter far fronte a diverse spese, come pagare l’affitto del locale.

Uno dei tanti effetti di questa pandemia, che oltre a colpire la salute sta facendo scricchiolare le economie di tutto il mondo, Italia compresa.

“Tra le categorie più a rischio – spiega a Il Sole 24 Ore Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia -, ci sono senz’altro ristoranti e bar, soprattutto se non sono riusciti in questo periodo a fare consegne a domicilio. Arrancheranno anche nella fase di ripartenza perché dovranno attrezzarsi per distanziare le persone”.

Al momento è in fase di valutazione nel Decreto di aprile l’estensione del bonus affitto anche ad altre categorie catastali (a marzo il credito d’imposta al 60% valeva solo per categoria C/1 quindi negozio o bottega) come alberghi, capannoni, studi professionali ma anche bar e ristoranti.

Sono tante, nel frattempo, le situazioni si affittuari che chiedono ai proprietari un abbassamento del canone, soprattutto fra i lavoratori precari. E dal 4 maggio? “Non ci dobbiamo aspettare che il venir meno del lockdown porti al ripristino delle situazioni precedenti – spiega Spaziani Testa – , perché l’indebolimento del tessuto economico si riflette sulla capacità di pagamento degli affittuari e questo indebolisce anche i proprietari che fanno affidamento su tali redditi integrativi”.

Restando in tema ristoranti e bar, di poco fa le richieste di Fipe al Governo per evitare il fallimento economico delle attività bloccate dal coronavirus.