Barilla continua a produrre in Russia, e Sinistra Italiana la attacca

La Barilla è stata attaccata da una senatrice di Sinistra Italiana per la sua decisione di mantenere la produzione in Russia.

Barilla continua a produrre in Russia, e Sinistra Italiana la attacca

A partire dallo scoppio delle ostilità in Ucraina abbiamo assistito a una diaspora di numerosi marchi occidentali dalla Russia, con le compagnie più titubanti (come McDonald’s e PepsiCo) che hanno dovuto affrontare l’oltraggio e le critiche dei media. Nella schiera degli indecisi (o, per meglio dire, di chi forse preferisce fare finta di niente) milita anche la Barilla, attaccata recentemente da Sinistra Italiana.

pasta

La senatrice Elena Fattori, infatti, ha voluto puntare il dito contro l’azienda per la sua decisione di continuare a “fare affari con lo spietato aggressore russo” mentre ” i nostri piccoli agricoltori sono attanagliati nella morsa delle follie climatiche e dell’aumento del costo delle materie prime a causa della guerra”. La multinazionale annovera una serie di pastifici e investimenti sul territorio russo: nello specifico, nel 2009, Barilla investì 130 milioni di euro nella costruzione di un nuovo sito produttivo e in un mulino per la macinazione del grano duro.

“L’insediamento nella zona di Stupino Quadrat si trova nella cintura di Mosca a 40 chilometri dall’aeroporto e nelle vicinanze delle più importanti arterie stradali e ferroviarie” ha spiegato la senatrice Fattori. “E si sa, di fronte al vil denaro anche le immagini più crude dei massacri e delle sofferenze sbiadiscono”.