Ben Stiller svolta la sua carriera lanciandosi nel mondo delle bibite

Il settore è competitivo, ma Ben Stiller si dice fiducioso di avere trovato la chiave giusta: diamo un'occhiata alle sue bibite.

Ben Stiller svolta la sua carriera lanciandosi nel mondo delle bibite

Abito in alluminio, contenuto alcolico nullo, vaghi riferimenti agli attuali trend salutistici. La ricetta è forte e collaudata, tant’è che persino Coca Cola, a suo modo, ha provato a copiarla. Si parla delle cosiddette bibite healthy – l’ultima svolta della carriera di Ben Stiller.

Rullo di tamburi per Stiller’s Soda, dunque – nome eloquentissimo ripreso, con font vintage e un poco nostalgico, anche sulle lattine stesse. Tre i gusti inediti, stando a quanto annunciato fino a ora: root beer, limone-lime e Shirley Temple. Tutto molto bello, ma la prova d’assaggio?

Di cosa sanno le bibite di Ben Stiller?

stiller soda

Il settore è senz’altro competitivo (pensate che in Giappone pure la maionese si è trasformata in bibita, seppur con recensioni miste), ma Stiller e il suo team sono fiduciosi di avere trovato la chiave giusta per diventare una “bibita classica per un mondo nuovo“, qualunque cosa significhi.

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Le norme operative sono quelle che obbediscono ai canoni della beva contemporanea: basso contenuto di zuccheri e calorie – ogni lattina contiene 30 calorie e sette grammi di zucchero, si legge nel puntualissimo comunicato stampa – e aggiunta di vitamine (D, C e B12) extra per strizzare l’occhio, come dicevamo, agli attuali trend di consumo salutista. Insomma: la scomessa è che le bibite siano ancora di moda (e di gusto), basta trovarne una che sia adatta al momento che stiamo attraversando.

Ora, la prova d’assaggio. I colleghi di Food & Wine US sono riusciti a mettere le mani su qualche campione, e scrivono di un gusto dolce ma con contenuto di zucchero comunque basso. Tra gli ingredienti si legge vero zucchero di canna, estratto di foglie di stevia e monk fruit, ma il retrogusto è snello e per nulla “artificiale”; e tutti e tre i gusti portano le note di degustazione promesse dal nome.

Insomma: stile classico traslato per un appeal contemporaneo. Sounds fun, e non solo perché Stiller è coinvolto: almeno non si tratta dell’ennesima celebrità che decide di lanciare un marchio di tequila. Vero, Michael Jordan?