Bio non significa esente da batteri: uno studio sull’insalata mette in guardia i consumatori

Uno studio sull'insalata mette in guardia tutti: essere bio non vuol dire essere privi di batteri nocivi come la Salmonella.

insalata su un piatto

Se pensavi che bio fosse sinonimo di salubrità assoluta, beh, allora ti sbagliavi di grosso. Un recente studio realizzato dall’Università Politecnica di Valencia ha ricordato a tutti che le insalate e verdure bio non sono esenti da batteri nocivi come la Salmonella.

I ricercatori, infatti, dopo aver esaminato diversi campioni di lattuga e spinaci biologici hanno scoperto che alcuni di essi contenevano batteri nocivi come Salmonella, Helicobacer e Pseudomonas. Il problema è che questi batteri possono provocare diverse gravi patologie, fra cui malattie gastrointestinali e polmonite.

Il fatto è che il termine “biologico” si riferisce solitamente a cibo prodotto seguendo linee guida rigorose. Per esempio, in Europa gli standard sono definiti dalla legislazione UE apposita e limitano, per esempio, l’uso di pesticidi ed erbicidi nella produzione di tali prodotti vegetali.

Spinaci surgelati

Molte persone scelgono di mangiare cibi biologici in quanto preoccupate per eventuali residui di pesticidi o per salvaguardare l’ambiente. Solo che ci si dimentica che, sebbene gli alimenti biologici non contengano pesticidi o erbicidi, ecco che possono tranquillamente ospitare contaminati e agenti patogeni provenienti dal contatto col suolo, con l’acqua di irrigazione, con l’aria, con la pioggia, con gli insetti o durante i passaggi industriali.

In particolare, le verdure possono essere contaminate da alcuni protozoi unicellulari come le amebe o anche da batteri patogeni. La dottoressa Yolanda Moreno, che ha guidato lo studio, ha spiegato che il cibo e gli ambienti collegati al cibo creano un habitat favorevole per la crescita e lo sviluppo di amebe e batteri.

Tuttavia, nonostante ciò, si sa ancora poco riguardo l’eventuale contaminazione di verdure biologiche da parte di questi agenti patogeni capaci di provocare malattie nell’uomo.

Nello studio, i ricercatori hanno esaminato 17 campioni di lattuga e spinaci biologici acquistati nei supermercati locali di Valencia fra novembre 2020 e maggio 2021. Si è così scoperto che un terzo dei campioni conteneva 52 tipi diversi di batteri potenzialmente patogeni, fra cui anche Legionella, Salmonella e Arcobacter.

Un quinti, invece, conteneva il Vermamoeba vermiformis, mentre due terzi contenevano l’Acanthamoeba castellanii, capace di provocare cecità e encefalite.

Secondo la dottoressa Moreno, la contaminazione di queste verdure biologiche può derivare dal trattamento del suolo con fertilizzanti organici (letame) o anche dall’acqua di irrigazione. In particolare, le verdure a foglia verde sono particolarmente suscettibili ala contaminazione fecale a causa della loro vicinanza al suolo e al fatto che gli esseri umani, di solito, le consumano senza cucinarle.

Da qui nasce la necessità di educare i consumatori anche sulla manipolazione sicura e cortetta delle verdure fresche biologiche, soprattutto quando le si mangia crude o poco cotte.