Birra: BrewDog aveva contattato Heineken per una potenziale vendita del brand

Stando a quanto riportato dalla BBC nel 2018 BrewDog avrebbe approcciato Heineken per discutere di una potenziale vendita del brand.

Birra: BrewDog aveva contattato Heineken per una potenziale vendita del brand

Tira aria di fuga di notizie in quel d’oltremanica: stando a quanto riportato dai colleghi della BBC, infatti, alcuni documenti risalenti al 2018 provano che James Watt, CEO di BrewDog, la più grande azienda di birra artigianale del Regno Unito, tentò di approcciare la Heineken intavolando alcune discussioni preliminari circa una potenziale vendita di una parte del suo brand. I documenti sopracitati mostrano infatti che i banchieri d’investimento rappresentanti il marchio artigianale si rivolsero a Heineken – che di fatto è secondo produttore di birra al mondo e uno dei grandi competitor di BrewDog – per discutere la possibilità di vendere una partecipazione.

James Watt Brewdog

L’intera faccenda risulta avvolta da un alone di ipocrisia: lo stesso Watt, in passato, aveva infatti a più riprese criticato i produttori artigianali che vendevano le proprie quote a giganti come la Heineken – nonostante, nel 2017, acquistò azioni appartenenti al colosso olandese per un totale di 500 mila sterline. Tornando ai documenti trapelati (e rifacendoci ancora una volta a quanto riportato dai colleghi della BBC) pare poi che, verso la fine del 2018, Watt incontrò dei rappresentati legali di Heineken circa l’affare citato in apertura, e arrivò anche a scrivere all’allora presidente europeo del birrificio olandese Stefan Orlowski. Apparentemente Watt gli avrebbe riferito che era “pronto a esplorare potenziali partnership strategiche” e si era dichiarato “pronto a essere più pragmatico circa la nostra opinione di indipendenza”.

Una fonte vicina ai negoziati ha poi rivelato ai microfoni della BBC che la Heineken decise di ritirarsi prima che i negoziati entrassero ufficialmente nel vivo poiché la valutazione redatta da Watt era “oltraggiosa”. “La sua idea sul prezzo era così scandalosa che abbiamo detto ‘bene, questo non ci porta da nessuna parte’. Il ragazzo [James Watt, ndr] non sa di cosa sta parlando”. Al momento, sia BrewDog che Heineken non hanno fornito risposte alle domande sull’argomento.

heineken

Importante notare, infine, che i documenti trapelati hanno fatto emergere anche una serie di tensioni interne tra i piani alti di BrewDog e alcuni suoi investitori (controversie che potremmo aggiungere a quelle più recenti su diffamazione e ricatto): in particolare, il colosso statunitense TSG acquistò una partecipazione del 22% nella società del 2017 – facendo intascare a Watt e Dickie, co-fondatore, circa 100 milioni di sterline -, ma i rapporti mostrano che i rappresentanti di TSG erano sempre più insoddisfatti del modo in cui il birrificio veniva gestito. Nello specifico sottolineavano come le riunioni del consiglio fossero “sciatte” con “nessuna discussione su affari reali”, e come Watt stese “spendendo eccessivamente” nel tentativo di raggiungere una valutazione “irrealistica”. Anche in questo caso, tuttavia, BrewDog si è rifiutata di commentare.