Birra: negli Usa è la guerra tra Davide e Golia per l’uso della parola “pietra”

Negli Stati Uniti è scoppiata la battaglia per parola "pietra" per quanto riguarda la birra Stone Brewing e MillerCoors.

Birra: negli Usa è la guerra tra Davide e Golia per l’uso della parola “pietra”

Il buon, vecchio Yoda direbbe: “Scoppiata è la guerra della birra”. Negli USA è battaglia fra la birra Stone Brewing e la birra MillerCoors, attualmente Molson Coors. E tutto per colpa dell’uso della parola “pietra“.

Stone Brewing è un produttore di birra artigianale di San Diego, leader nel settore nei primi anni 2000. L’azienda accusa i rivali Molson Coors (all’epoca noti come MillerCoors) di averli danneggiati. Molson Coors, infatti, avrebbe cercato di rilanciare le vendite in calo della sua birra economica ribattezzandola Keystone Light.

La nuova lattina di birra Keystone Light presentava la parola “stone” (pietra) scritta bella in grande e in maniera evidente, mentre la parola “key” era stata scritta in maniera staccata e con carattere più piccolo e anonimo.

keystone

Stone Brewing non ha però gradito la mossa: la parola “stone” appartiene al suo marchio e scriverla così in evidenza sulla lattina vuol dire fare concorrenza sleale. Ecco che così nel 2018 Stone Brewing ha intentato una causa contro MillerCoors.

Adesso Noah Hagey, avvocato di Stone Brewing, ha tenuto la sua arringa finale tenendo proprio in mano una delle lattine incriminate. Secondo il legale, l’uso della parola stone/pietra da parte di MillerCoors è stato “probabilmente uno dei furti aziendali più eccessivi che si siano mai verificati”.

Hagey parla del fatto che miliardi di lattine Keystne Light immesse sul mercato nel 2017 hanno danneggiato irrimediabilmente Stone Brewing. All’epoca, quando il co-fondatore e presidente esecutivo Greg Koch di Stone Brewing aveva annunciato che avrebbero fatto causa, in un video virale aveva offerto una comoda e pratica soluzione per risolvere la controversia: “Rimettete la parola ‘chiave’ nel nome Keystone”.

Secondo la denuncia, MillerCoors avrebbe violato il marchio rilasciato a Stone Brewing dall’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti nel 1998. Per tale motivo l’azienda chiede un risarcimento danni di 216 milioni di dollari.

Dal canto suo MillerCoors, tramite l’avvocato John Bunge, ha ribadito che i consumatori ragionevoli non possono confondere i due prodotti. E ha portato in aula le confezioni delle rispettive birra per metterle a confronto. L’avvocato ha poi sottolineato come le birre dei due marchi siano posizionate in modo diverso nel settore: le birre Stone Brewing costano molto di più delle Keystone Light. Chi compra la Stone Brewing è un fan inossidabile della birra artigianale, mentre chi compra la Keystone Light si focalizza solitamente sul prezzo.

Inoltre Keystone Light avrebbe usato la parola “pietra” per decenni nelle sue pubblicità, sin da quanto il marchio è stato fondato nei primi anni Novanta. In aggiunta ha ricordato che quando MillerCorrs nel 2020 ha presentato domanda per il rinnovo del marchio Keystone, il governo ha accettato anche il nuovo packaging della lattina in cui le parole “chiave” e “pietra” erano separate.

Si attende ora il verdetto della giuria.

Sempre a proposito di battaglie legali per il nome del marchio, ricordiamo che in Colombia la Coca Cola ha denunciato la Coca Pola, birra locale.