Bologna: protesta contro la crisi, vernice e frutta marcia sul supermercato del centro storico

Un gruppo di manifestanti ha organizzato una protesta contro la crisi in quel di Bologna, imbrattando con vernice e frutta marcia un supermercato del centro storico.

Bologna: protesta contro la crisi, vernice e frutta marcia sul supermercato del centro storico

Getto di vernice rosa, pezzacci techno a palla e sparata a zero su ricchi e potenti. No, non si tratta di un rave anticapitalista organizzato da Barbie e Ken (un qualcosa a cui, lo ammettiamo, non ci dispiacerebbe presenziare) ma di quanto capitato nelle ultime ore nel pieno centro storico di Bologna, dove un gruppo di manifestanti ha preso di mira (tra le altre cose) il supermercato Sapori e Dintorni di via Indipendenza imbrattandolo con della vernice e della frutta marcia come segno di protesta contro la crisi in corso.

Il corteo contro i rincari e il ruolo di Sapori e Dintorni

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Pare che la protesta abbia preso il via in quel di piazza Verdi, cuore pulsante della zona universitaria, per poi rigettarsi nelle vie del centro fino a giungere di fronte alle porte del supermercato Sapori e Dintorni, che di fatto occupa gli storici locali del Palazzo Santa Maria di Pietà. Il tutto è stato prontamente ripreso e poi pubblicato su Instagram in modo che l’intera platea internettiana fosse messa al corrente di quanto stava accadendo: il video inizia con i manifestanti che imbracciano una sorta di pistola spara vernice e fanno segno ai passanti di spostarsi (che vandali sì, ma maleducati no eh) prima di aprire il “fuoco”. Un paio di secondi di relativo silenzio mentre la vernice rosa impatta contro le mura storiche del palazzo, e poi ecco iniziare il discorso: “La crisi non la pagano i poveri e le povere” urla un ragazzo al megafono, il tono accusatorio e collerico. “La crisi la devono pagare i ricchi!”.

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Ora, il nervosismo è comprensibile – pensiamo al caro bollette o allinflazione galoppante – e la disobbedienza civile, così come la protesta, è un metodo storicamente legittimo (e sacrosanto) per far sentire la propria voce.  Ma che c’entra Sapori e Dintorni? Ce lo spiega il sopracitato post su Instagram: “Noi lo definiamo un supermercato di lusso” si legge in riferimento all’attività in questione “loro, i potenti, lo definiscono un supermercato di “eccellenza”. In un periodo storico in cui l’inflazione sui beni alimentari è cresciuta del dieci percento in pochi mesi, in cui sempre più persone faticano a recuperare del cibo per sostentarsi, condanniamo ancora più aspramente questi presidi di eccellenza accessibili solo a ristrette e ben specifiche classi sociali, ribadendo ancora una volta che la qualità, l’eccellenza, il lusso devono essere messe a disposizione di tutte smontando le logiche speculative che sorreggono e caratterizzano queste categorie”.

Il messaggio naturalmente trova risonanza anche nelle parole del sopracitato speaker: “Noi vogliamo mangiare bene, vogliamo vivere bene, vogliamo il lusso” dice, il megafono ben stretto. “A noi, però, lasciano le briciole, ci danno gli avanzi, ci fanno morire di fame. Ecco, noi oggi allora cancelliamo questo posto!”. L’ironia della sorte è che, con ogni probabilità, il macello lasciato a Sapori e Dintorni sarà pulito con olio di gomito proprio da chi – come il sottoscritto e innumerevoli altri – è “povero”. Anche nei commenti si fatica a trovare un parere anche solo lontanamente positivo: “Rovinare un palazzo storico così totalmente a caso…” scrive un utente. “Mah, per me fate cagare”. Si sprecano, poi, gli “Andate a lavorare” e insulti vari.

Il manichino di Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

La protesta non finisce qui, però. Stando a quanto riportato da La Repubblica, infatti, pare che i manifestanti abbiano per di più appeso un manichino di Giorgia Meloni, vestito da militare, a testa in giù. Il messaggio, in questo caso, è piuttosto eloquente. Il gesto ha attirato anche l’attenzione del primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore:Non solo condanno con fermezza, ma chiedo che i responsabili vengano identificati e che provvedimenti seri siano assunti dalle autorità competenti” ha commentato. “Non ci può essere tolleranza, né comprensione”.